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"Vedute dell´anima" di Francesco Caltagirone

  • Galleria Beatrice - Palermo
  • - Palermo
  • Dal 18 al 28 giugno 2014 (evento concluso)
  • Visitabile da lunedì a sabato dalle ore 16.30 alle 19.30
  • Ingresso libero
Balarm
La redazione

La mostra personale del pittore palermitano Francesco Caltagirone dal titolo “Vedute dell'anima” è curata da Anna Maria Ruta e realizzata in collaborazione con Banca Nuova.

In Galleria saranno esposte 28 opere mentre altre 11 troveranno accoglienza nelle filiali di Banca Nuova in città, in una sorta di museo diffuso sul territorio fortemente legato ai soggetti delle tele di Caltagirone, paesaggi appunto contemporanei sulla scia di pittori vedutisti come Lojacono, Catti, De Maria Bergler, Cortegiani, dei quali l'artista è collezionista e attento studioso. 

Attraverso questi oli su tela e su tavola, realizzati tra il 2007 e il 2014 si delinea un viaggio inedito per le strade di Palermo ritratta con un taglio originale ed innovativo, nella sua caotica quotidianità, tra automobili e passanti, in cui convivono passato e futuro: il grattacielo INA di piazzale Ungheria, il grande edificio dell’Enel di Giuseppe Samonà, la lunga prospettiva di via Montepellegrino con sullo sfondo l’imponente mole del promontorio tra i più belli del mondo, il Politeama e il Massimo, la Cala, piazza San Francesco di Paola, piazza Lolli, Porta Carini o il viale della Libertà. E poi fanno capolino nuove attenzioni verso Monreale, Bagheria, Cefalù, Capaci, San Vito Lo Capo.

«In Caltagirone il vedutismo si identifica con le immagini della sua Palermo, quasi sempre diurne e attuali, di un territorio vissuto, agitato nella sua quotidianità da automobili, motociclette, autobus, soprattutto nelle piazze, centro propulsore della vita cittadina, la vera anima di una città, il suo punto di aggregazione: per lui, senza problemi di traffico, quindi sua, intimamente sua.

Non a caso il pittore cerca per il suo pennello scenari urbani capaci di ridare, contro il caotico disordine quotidiano, contro l’affastellarsi confuso di folle agitate e spesso senza guida, angoli di pacata serenità e di tranquilla solitudine, in cui a dominare sono i grandi monumenti che li hanno resi famosi, frammenti di un passato glorioso, o la magia di una natura che malgrado l’incuria e l’abbandono sopravvive a se stessa.

Avrebbe potuto Caltagirone soffermarsi sull’aggressiva urbanizzazione contemporanea, sul paesaggio spesso sgradevole, negativo, e invece propende verso la visione intima, verso quella “devozione” alla bellezza, cui qualcuno ci ha abituato, una bellezza né pittoresca, né retorica e neppure straniante, ma intima, tutta vissuta interiormente, che coglie l’anima di un territorio, di un ambiente, evocandone atmosfere, stimolando l’immaginario e la sensibilità, propria e di tutti.

La sua Palermo è una città di oggi, del XXI secolo, attraversata da segni contraddittori, che si incrociano mescolando passato e presente, e qualche volta, anche se solo a sprazzi, facendo intuire il futuro; è una città dalle multiple sfaccettature, in cui spesso si occultano le falle della vera metropoli, difficile da gestire. Quella di Caltagirone è scelta significativa di strade, piazze, edifici, inquadrati con un taglio tutto personale, in cui lo sbandieramento dei panni al sole e al vento si mescola all’eleganza e all’imponenza degli alti e snelli tronchi, esplodenti vitalità».

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