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Natura, archeologia e storia: una domenica di archeotrekking tra le pietre dell'antica Iato

Balarm
La redazione

Parco archeologico di Monte Iato

Una giornata alla scoperta del Parco Archeologico di Monte Iato, domenica 14 ottobre alle 9 si parte per una #IatoExperience tra archeologia e natura organizzata da Coopculture.

La giornata prevede un archeotrekking, in collaborazione con la cooperativa Silene, tra le pietre dell’antica Iato: un itinerario guidato a piedi (5 km) tra natura, archeologia e storia, con uno sguardo speciale rivolto al paesaggio della Valle dello Iato, fino alle rovine

«Un’avventura che la Cooperativa Silene è davvero lieta di proporre – spiega Calogero Muscarella - l’iniziativa promossa da Coopculture è infatti legata alla valorizzazione dell’antica Iato e del complesso di monti in cui sorgeva l’antica città».

«Sono percorsi che valorizzano la natura di questo sito, archeologico, naturalistico ambientale» spiega Francesca Spatafora, direttore del Polo archeologico.

«Ci auguriamo che il grande pubblico colga l’opportunità di sperimentare la magia di una giornata sul Monte Iato, scoprendo una città vissuta più di 2000 anni e fino a 50 anni fa sconosciuta – spiega Lucina Gandolfo, direttore del Parco -  la città rivela un’insospettata ricchezza ed eleganza. Durante il periodo greco ellenistico ha  tutte le caratteristiche delle città greche: il teatro, la piazza pubblica lastricata e circondata da portici, cuore della vita cittadina, con le Sale del Consiglio e un tempio. Ciò che sorprende di più è la magnificenza e la raffinatezza delle abitazioni private. Una di queste, compresa nel percorso di visita, è fra le più ampie finora note nel mondo greco ellenistico, su due piani, con cortile colonnato, sale da banchetto con affreschi e mosaici e addirittura un’elegante sala da bagno con vasca in cui giungeva l’acqua riscaldata nell’ambiente retrostante. Una vera rarità per l’epoca. Ma sono visibili anche le fasi successive, di epoca medievale, fino a quando la città divenne una roccaforte musulmana e fu assediata e distrutta da Federico II. Le rovine del cosiddetto Castellazzo, poco fuori dalla città, sembrano testimoni di questa fine cruenta».
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