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"Odissea Penelope": lo spettacolo con Iaia Forte in scena al Teatro Greco di Tindari

  • Festival dei due Mari
  • Teatro Greco di Tindari - Patti (Me)
  • 23 agosto 2019 (evento concluso)
  • 21.00
  • 10 euro (intero), 8 euro (ridotto)
Va in scena venerdì 23 agosto alle 21 al Teatro Greco di Tindari "Odissea Penelope", di Giuseppe Argirò, liberamente ispirato all’Odissea di Omero, con Iaia Forte, con Sara Dominici al pianoforte per la regia di Giuseppe Argirò.

Lo spettacolo fa parte del "Festival dei due Mari" giunto alla sua 19esima edizione.

La manifestazione è organizzata dal Tindari Festival e dal Teatro dei due Mari ed è patrocinata dal MIBACT, dall’Assessorato del Turismo dello Sport e dello Spettacolo Regione Siciliana, dalla Soprintendenza BB.CC. di Messina e dal Comune di Patti (ME). Anche per quest'anno gli spettacoli in cartellone avranno luogo nel suggestivo Teatro Antico di Tindari e nella dimora storica di Villa Pisani a Patti Marina.

“Un classico moderno” con cui si omaggia la modernità e l’attualità dei testi classici che risiede nella narrazione senza tempo delle tematiche universali che riguardano l’umanità, i suoi vizi e le sue virtù. Grandi lezioni di vita che attraversano i secoli e arrivano al pubblico contemporaneo in tutta la loro intensità. Liberamente ispirata all’Odissea di Omero, la pièce vede in scena Iaia Forte che, con abile trasformismo vocale, veste i panni dei personaggi coinvolgendo gli spettatori nel gioco teatrale delle diverse metamorfosi.
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Gli eroi omerici, attraverso la riscrittura e la regia di Giuseppe Argirò, diventano grotteschi, brillanti, privati della loro antichità rinascono moderni e profondamente umani, in un’interpretazione che si avvale di un repertorio musicale, particolarmente accattivante e sofisticato, con i brani di Debussy, Chopin, Skrjabin, Tiersen, Nyman, Schumann, Piazzolla. “Odissea Penelope” racchiude nel titolo la sua necessità d’essere, anticipando il punto di vista tutto al femminile dell’attesa: il travaglio interiore della fedeltà a un’idea. L’adesione consapevole dell’eroina di Itaca alle vicende di viaggio di Ulisse esprime la rivendicazione del dolore, dell’abbandono e della solitudine.

Penelope e Ulisse compiono lo stesso viaggio: Penelope viaggia nella sua anima rimanendo ferma, stanziale, apparentemente immobile; libera nella costrizione e prigioniera della sua libertà, rivendica il diritto all’assenza. “Odissea Penelope” rivendica quindi il diritto della donna ad esistere, a chiamarsi con un nome proprio, affermando un’identità che non può essere decisa a priori da nessun sistema culturale. Nella memoria si consuma la violenza. Rimane il dolore muto e silenzioso che nega qualsiasi forma di rimozione ritrovando, nella parola e nel teatro, l’unica forma di rappresentazione possibile.

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