I pianisti Giovanni Di Giandomenico e Francesco Leinieri alla Fabbrica 102
La Fabbrica 102, bistrot situato in via Monteleone 32 a Palermo, dedica una serie di tre eventi alla musica ed in particolare al pianoforte. Il secondo appuntamento, in programma giovedì 13 aprile alle 22, vede di nuovo protagonista Giovanni Di Giandomenico, accompagnato da Francesco Leinieri.
I due giovani, compositori dalla formazione accademica, propongono già da alcuni anni, fra Roma e Berlino, un duo pianistico dalle sonorità intrecciate, intricate e visionarie.
La sinergia fra i due, forte della personale sintesi improvvisazione e mondo classico, unisce sonorità iper-pop e colte, attingendo dalle nuove correnti neoclassiche underground, passando per il minimalismo ambient e le più avanguardistiche sperimentazioni per pianoforte preparato.
I loro brani inediti per pianoforte a quattro mani, gli intimi momenti solistici, gli improvvisi vulcanici su cordiera o le ipnotiche cifrature ritmiche e melodiche scaturite dall’intesa immediata fra i due fanno parte di un unico grande flusso creativo concertistico: una vera e propria performance, dunque, senza spine o sovrastrutture di alcuna sorta, che mira a raccontare il loro presente attraverso i segni dell’indispensabile passato musicale metabolizzato negli anni.
I due giovani, compositori dalla formazione accademica, propongono già da alcuni anni, fra Roma e Berlino, un duo pianistico dalle sonorità intrecciate, intricate e visionarie.
La sinergia fra i due, forte della personale sintesi improvvisazione e mondo classico, unisce sonorità iper-pop e colte, attingendo dalle nuove correnti neoclassiche underground, passando per il minimalismo ambient e le più avanguardistiche sperimentazioni per pianoforte preparato.
I loro brani inediti per pianoforte a quattro mani, gli intimi momenti solistici, gli improvvisi vulcanici su cordiera o le ipnotiche cifrature ritmiche e melodiche scaturite dall’intesa immediata fra i due fanno parte di un unico grande flusso creativo concertistico: una vera e propria performance, dunque, senza spine o sovrastrutture di alcuna sorta, che mira a raccontare il loro presente attraverso i segni dell’indispensabile passato musicale metabolizzato negli anni.
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