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"Per le vie di sapidi cristalli": le saline di Salvatore Caputo in mostra a Palermo

  • Cappella dell'Incoronata, via Incoronazione 11 - Palermo
  • Dal 19 gennaio al 25 febbraio 2022 (evento concluso)
  • Visitabile da martedì a venerdì, dalle ore 9.00 alle 13.00
  • Gratuito
  • Info ai numeri 091 587717 e 091 320532
     
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La redazione

"Luna sulla salina"

Con 22 opere, tra dipinti e installazioni, che rappresentano le saline della Sicilia occidentale, apre al pubblico la mostra di Salvatore Caputo "Per le vie di sapidi cristalli. Visioni pittoriche tra mare e sale", visitabile presso la Cappella dell’Incoronata, spazio espositivo del Museo Riso.

La mostra è accessibile dal 19 gennaio al 25 febbraio 2022, da martedì a venerdì (lunedì, sabato, domenica e festivi chiuso), dalle ore 9.00 alle 13.00.

In esposizione 22 opere, tra dipinti e installazioni, aventi tutte per oggetto le Saline della Sicilia occidentale che Giovanni Caputo rappresenta attraverso riflessi e geometrie solo superficialmente scalfite dalla presenza della natura che, di solito, è lussureggiante nella sua produzione artistica.

Diverse le opere giocate su una paletta di colori estremamente ridotta, che esalta le geometrie di sale e cielo. Nessuna presenza umana, neppure sotto forma di statua, come per altri dipinti. Solamente geometrie di sale e cielo, solo silenzio e luce, nessuna presenza umana in quelli che, in alcuni dei dipinti, diventano paesaggi quasi lunari.
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«La mostra delle opere pittoriche di Salvatore Caputo - evidenzia l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà - è un contributo alla bellezza del paesaggio siciliano che non si impone soltanto per la forza della natura, ma che costituisce, piuttosto, un’occasione, una porta che ci conduce al viaggio interiore». 

«I colori sfumati, le tinte "liquide" - prosegue -, l’apparente staticità delle opere esposte, sono un ipnotico invito all’introspezione, alla ricerca della spiritualità e di quello stato di autentica libertà a cui tutti aneliamo. Ancora una volta l’arte ci invita a guardarci dentro per ritrovare quella dimensione di unitarietà verso cui naturalmente tendiamo».

Su Caputo, dice Luigi Biondo: «Le sue creazioni da tempo costituiscono l’evoluzione del colore e della materia in un tempo sospeso ed immaginifico con un anelito che rimbalza nei nostri ricordi e deve condurci verso la ricerca di verità celate per decenni ed un riscatto liberatorio. Stati dell’anima preziosi per una rinascita attesa da troppo tempo e mai così utile». 

«Intensa, affascinante, piena di punti di partenza è - conclude - la testimonianza del suo impegno che diventa anche tangibile consapevolezza di un’eco della poesia legata all’ideazione, punto di rottura con il passato e porta spalancata verso il futuro».
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