"Percorsi. Un viaggio tra le opere di Salvatore Caputo": cinquanta dipinti a Palazzo Steri

Particolare dell'opera "Isola" di Salvatore Caputo
"Percorsi. Un viaggio tra le opere di Salvatore Caputo" è la mostra in programma dal 19 ottobre al 2 novembre nella Sala delle Verifiche di Palazzo Steri a Palermo. L'ingresso è libero.
Nei locali di piazza Marina a Palermo, oltre cinquanta opere conducono lungo un viaggio che tocca le tappe più recenti della produzione caputiana. Tra gli elementi cari al Caputo: il mare con orizzonti, albe e tramonti, il silenzio, la natura.
È come se le opere di Caputo stabilissero una continua riflessione sul tempo quale mescolanza profonda di futuri e passati resi improbabili dal loro contaminarsi. Ed è proprio lungo i confini di questa contaminazione, capace di portarci in luoghi conosciuti eppure inesistenti, che si trovano spunti inaspettati.
Dalle ironiche incongruenze dei vivi pomodori che una pietrificata Dafne non potrà cogliere mai, o della corda costretta all’immobilità per il pietrificarsi di colui che la regge, al malinconico dubbio che ispira quel profilo scuro, al tramonto, che sembra la parte più viva del dipinto e non si sa se sia essere vivente o statua. Un viaggio tra improbabili loci amoeni, che alla bellezza della natura accompagnano un sottile senso di incongruità.
Nei locali di piazza Marina a Palermo, oltre cinquanta opere conducono lungo un viaggio che tocca le tappe più recenti della produzione caputiana. Tra gli elementi cari al Caputo: il mare con orizzonti, albe e tramonti, il silenzio, la natura.
È come se le opere di Caputo stabilissero una continua riflessione sul tempo quale mescolanza profonda di futuri e passati resi improbabili dal loro contaminarsi. Ed è proprio lungo i confini di questa contaminazione, capace di portarci in luoghi conosciuti eppure inesistenti, che si trovano spunti inaspettati.
Dalle ironiche incongruenze dei vivi pomodori che una pietrificata Dafne non potrà cogliere mai, o della corda costretta all’immobilità per il pietrificarsi di colui che la regge, al malinconico dubbio che ispira quel profilo scuro, al tramonto, che sembra la parte più viva del dipinto e non si sa se sia essere vivente o statua. Un viaggio tra improbabili loci amoeni, che alla bellezza della natura accompagnano un sottile senso di incongruità.
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