Percorso audiovisivo tra luce e oscurità: "Blackout" di Gabriele Lentini a Palermo
"Blackout" di Gabriele Lentini
Si inaugura giovedì 11 settembre alle 18.30 alle Officine Bellotti di Palermo la mostra "Blackout", percorso audiovisivo e fotografico firmato da Gabriele Lentini, fotografo e videografo palermitano.
"Blackout", prodotta dall'associazione TL+8, è stata già presentata in anteprima internazionale a Vitebsk (Bielorussia), nell'ambito del "Festival internazionale di fotografia Fotokrok", e farà prossimamente tappa in diverse città europee.
"Blackout" nasce da una ricerca interiore: un viaggio sospeso tra luce e oscurità, tra angoscia e speranza. Attraverso immagini e visioni, l'opera invita lo spettatore a confrontarsi con i propri estremi, in un cammino che mette in scena paure, sofferenze e rivelazioni.
La metafora della luce che irrompe nel buio diventa specchio dell'esistenza: la possibilità di
trasformare la gabbia in slancio, il dolore in energia creativa.
Fulcro del progetto è la collaborazione con Raffaella Mattioli, già protagonista internazionale con i Mummenschanz, storica compagnia teatrale svizzera.
Dopo oltre vent'anni dietro la maschera e il costume che celavano il suo volto, Mattioli si offre oggi allo sguardo come interprete di un percorso interiore che, dall'oscurità, conduce alla gioia e alla libertà dell'arte.
La mostra resta visitabile fino al 18 ottobre, dal lunedì al sabato, dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.30.
"Blackout", prodotta dall'associazione TL+8, è stata già presentata in anteprima internazionale a Vitebsk (Bielorussia), nell'ambito del "Festival internazionale di fotografia Fotokrok", e farà prossimamente tappa in diverse città europee.
"Blackout" nasce da una ricerca interiore: un viaggio sospeso tra luce e oscurità, tra angoscia e speranza. Attraverso immagini e visioni, l'opera invita lo spettatore a confrontarsi con i propri estremi, in un cammino che mette in scena paure, sofferenze e rivelazioni.
La metafora della luce che irrompe nel buio diventa specchio dell'esistenza: la possibilità di
trasformare la gabbia in slancio, il dolore in energia creativa.
Fulcro del progetto è la collaborazione con Raffaella Mattioli, già protagonista internazionale con i Mummenschanz, storica compagnia teatrale svizzera.
Dopo oltre vent'anni dietro la maschera e il costume che celavano il suo volto, Mattioli si offre oggi allo sguardo come interprete di un percorso interiore che, dall'oscurità, conduce alla gioia e alla libertà dell'arte.
La mostra resta visitabile fino al 18 ottobre, dal lunedì al sabato, dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.30.
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