"Piranesi e il suo tempo": una selezione di pregiate incisioni dell'artista veneziano
Acquerello esposto alla mostra
La Biblioteca “Fardelliana” di Trapani apre il suo scrigno per mettere in mostra, dal 27 aprile al 30 giugno, alcune delle acqueforti realizzate da Giovan Battista Piranesi, acquisite al suo patrimonio nel 1904 su donazione di Nunzio Nasi. L'allestimento, riguardante 19 stampe originali all'interno del Museo regionale "Agostino Pepoli", intende valorizzare e far conoscere la pregevole raccolta dell’artista veneziano.
Alle incisioni piranesiane sono affiancate una serie di opere, tra pittura, scultura e arti decorative, che riprendono il tema della raffigurazione delle rovine classiche e del capriccio che venne sviluppato nel corso del XVIII secolo, e in parte anche in quello successivo, in Italia. Le incisioni di Piranesi dialogano con le splendide vedute del napoletano Leonardo Coccorante, in cui il tema della monumentalità del rudere classico si sviluppa con drammaticità di accenti.
È possibile, inoltre, ammirare le tre "Vedute con marina e ruderi" di Gennaro Greco, artista napoletano, in cui la minuzia nella riproduzione delle antiche vestigia si unisce, come nelle opere di Piranesi, ad un impianto spaziale di tipo scenografico. Fra le altre opere appartenenti alla collezione del "Pepoli" sono esposti anche un Presepe in corallo e un Presepe con figurine di tela e colla in cui l’edificio in rovina, entro cui è collocata la scena della natività, allude al tramonto del paganesimo dinanzi al trionfo della Cristianità.
Nella mostra anche due omaggi: uno all’incisore siciliano Giuseppe Vasi, maestro di Piranesi, di cui si potrà vedere una rara edizione del volume “Delle Magnificenze di Roma antica e moderna”; l’altro a Nunzio Nasi, a cui si deve la presenza, a Trapani, della preziosa raccolta di Piranesi. Oltre al celebre ritratto del ministro, i visitatori possono ammirare anche il meno noto busto in marmo del palermitano Domenico De Lisi, esposto al pubblico per la prima volta.
Alle incisioni piranesiane sono affiancate una serie di opere, tra pittura, scultura e arti decorative, che riprendono il tema della raffigurazione delle rovine classiche e del capriccio che venne sviluppato nel corso del XVIII secolo, e in parte anche in quello successivo, in Italia. Le incisioni di Piranesi dialogano con le splendide vedute del napoletano Leonardo Coccorante, in cui il tema della monumentalità del rudere classico si sviluppa con drammaticità di accenti.
È possibile, inoltre, ammirare le tre "Vedute con marina e ruderi" di Gennaro Greco, artista napoletano, in cui la minuzia nella riproduzione delle antiche vestigia si unisce, come nelle opere di Piranesi, ad un impianto spaziale di tipo scenografico. Fra le altre opere appartenenti alla collezione del "Pepoli" sono esposti anche un Presepe in corallo e un Presepe con figurine di tela e colla in cui l’edificio in rovina, entro cui è collocata la scena della natività, allude al tramonto del paganesimo dinanzi al trionfo della Cristianità.
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Nel percorso espositivo anche alcune statue in alabastro, di stile neoclassico, appartenute alla collezione di Antonio Sieri Pepoli, testimonianza di quel gusto per le antichità greco-romane che animava il collezionismo ottocentesco. Un altro tema piranesiano, approfondito con l’ausilio di una installazione creata apposta nella “sala della ghigliottina”, è quello delle Carceri.Nella mostra anche due omaggi: uno all’incisore siciliano Giuseppe Vasi, maestro di Piranesi, di cui si potrà vedere una rara edizione del volume “Delle Magnificenze di Roma antica e moderna”; l’altro a Nunzio Nasi, a cui si deve la presenza, a Trapani, della preziosa raccolta di Piranesi. Oltre al celebre ritratto del ministro, i visitatori possono ammirare anche il meno noto busto in marmo del palermitano Domenico De Lisi, esposto al pubblico per la prima volta.
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