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"BarbablùFest" a Morgantina, sibillino e irriverente: dieci serate di grande musica e teatro

Balarm
La redazione

Sergio Rubini (foto di Claudio Porcarelli, courtesy di Saverio Farragina)

Giunta al suo secondo anno è una delle manifestazioni più attese dell’isola. Ritorna il BarbablùFest, e ritorna, sibillino e irriverente.

È questo il mood creato dai suoi ideatori, Pietrangelo Buttafuoco e il regista e drammaturgo Giuseppe Dipasquale: una miscela inestricabile di musica popolare e colta, teatro classico e palcoscenico impegnato, ovvero tutto quello che la testa ci fa dire sul mito, teatro, musica e altro, lontani dallo scontato, dalla stagione preordinata, dal cartellone costruito a tavolino.

Il BarbablùFest rinnova lo schema dello scorso anno, stagione vincente non si cambia: una rassegna giovane, ma non giovanile, smart, elegante, social che valorizza soprattutto il sito archeologico, coinvolto nella sua interezza visto che sono sempre due gli spazi che ospitano gli spettacoli.

Si comincia il 19 luglio alle 19.30 - giorno in cui cade il trentennale della strage di via D’Amelio – con la Medea dell’ex presidente della Camera, Luciano Violante, affidata alla  regia di Giuseppe Dipasquale, preceduto da Nota a margine di Giuseppe Sottile sulla figura di Boris Giuliano, un perfetto sconosciuto, ricordando che capo della squadra mobile assassinato dalla mafia nel 1979, era originario proprio di Piazza Armerina.
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Fortemente voluto dall’assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Alberto Samonà, il "BarbablùFest", con la direzione artistica di Giuseppe Dipasquale e la produzione esecutiva e organizzazione generale a cura di Terzo Millennio di Andrea Peria Giaconia, ritorna dunque nel parco archeologico di Villa del Casale e Morgantina diretto da Liborio Calascibetta. Al sito di Morgantina si aggiungono anche come sedi di spettacolo, la Villa romana del Casale e piazza Duomo a Piazza Armerina.

«Il cartellone affronta da diverse sfaccettature il mito contaminato nel presente - dice il direttore artistico Giuseppe Dipasquale -. In un decagramma di spettacoli di prosa e musica si affaccia sulle secolari pietre greche di Morgantina, e quest’anno anche sull’area archeologica romana di Villa del Casale a Piazza Armerina, la voce di una variazione moderna e contaminata del mito in quanto fabula e racconto esemplare della realtà. Contaminato nel presente perché il richiamo all’oggi fatto per archetipi ci aiuta a comprendere meglio la tipologia dell’essere e dell’adattarci ai tempi che viviamo.

Sette temi nella sezione prosa: La terra, protagonista nella Medea di Luciano Violante, con Viola Graziosi diretta da Giuseppe Dipasquale, è la chiave di una concezione atavica di violenza che non sa liberarsi dal delitto eterno dei giusti.  La terra di Sicilia uccide i suoi figli migliori, ma a differenza di Medea che li sottrae al pericolo di Giasone, lo fa per una inversa interpretazione dello stato di diritto e del concetto di potere. La madre, quale appare in quanto predatrice del desiderio, simbolo famelico di madre matrigna che divora se stessa come divora i figli, ne La Lupa di Giovanni Verga di cui quest’anno ricorre il centenario dalla nascita, con Donatella Finocchiaro.

Altro tema è quello de La sposa, nel racconto che ne fa Lucia Sardo in Venivamo dal mare, uno spettacolo/concerto sui matrimoni per procura degli anni ’20 dove la donna era merce di un contratto economico molto spesso ingannata e resa infelice. Il tema dell’Infedele, nella figura del feroce Scipione Cicalazadè del romanzo Il lupo e la luna, di Piatrangelo Buttafuoco, è al centro dello spettacolo che ne hanno realizzato come un cunto di parole rivelate, Salvo Piparo e e Lello Analfino. 

Storia di passioni e violenze nella  Sicilia del XV secolo tra Spagnoli e Ottomani.  Lo straniero, nel tema e nel titolo, ovvero uno dei terribili innocenti, quell’uomo che non vuole giustificarsi e per questo gli si preferisce l’idea che ci si fa di lui e non quello che lui è, ci viene narrato da Adriano Giannini, riletto dal romanzo di Albert Camus. Di sapore ironico, contemporaneo è il tema della casalinga, nella disastrosa quotidianità dell’essere, quello che ci viene presentato in Ristrutturazione, ovvero disavventure casalinghe raccontate da Sergio Rubini: un viaggio ironico e irriverente tra le maglie del quotidiano. Infine il tema di Sicilia, come metafora e come archetipo, risuonerà nelle note musicali e nelle parole dei poeti siciliani suonate e dette da Kaballà e Antonio Vasta.

Tanti gli artisti che si succederanno sul palcoscenico di "BarbablùFest": Nicola Piovani, Sergio Rubini, Mogol, Adriano Giannini, Viola Graziosi, Mogol, Donatella Finocchiaro
Lucia Sardo, Kaballà, Lello Analfino, Salvo Piparo e Valentino Picone.

IL PROGRAMMA

Area archeologica di Morgantina

19 luglio

Medea di Luciano Violante con Viola Graziosi, regia Giuseppe Dipasquale

20 luglio
Roy Paci- Remix 2022

24 luglio
Mogol, Giammarco Carroccia con "Emozioni - Viaggio tra le canzoni di Battisti e Mogol"

Villa romana del Casale

26 luglio
Kaballà e Antonio Vasta - "Viaggio immaginario nella Sicilia della memoria"

27 luglio 
"La Lupa" con Donatella Finocchiaro – Regia Donatella Finocchiaro, L. Rondinelli

29 luglio
Lo straniero, da Camus con Adriano Giannini

02 agosto
Venivamo dal mare con Lucia Sardo, Dino Rubino e Gioacchino Cappelli
           
04 agosto
 
Il Lupo e la Luna, con Salvo Piparo e Lello Analfino, Regia di Valentino Picone

05 agosto
Ristrutturazione ovvero disavventure casalinghe con Sergio Rubini

07 agosto 
Nicola Piovani, Note a margine
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