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Renato Ranaldi e la personale "Forse Piove": dipinti e opere di scrittura alla Cappella dell'Incoronazione

  • Cappella e Loggia dell'Incoronazione - Palermo
  • Dal 6 aprile al 17 maggio 2019 (evento concluso)
  • Visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00. Chiuso sabato, domenica, festivi
  • Gratuito
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La redazione

"Trampolino iniziatico" (2019) di Renato Ranaldi

Il Polo Museale Regionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Palermo, ospita dal 6 aprile al 17 maggio all'interno della Cappella dell'Incoronata, la mostra di Renato Ranaldi (Firenze, 1941) dal titolo "Forse Piove", curata da Bruno Corà.

L'artista, attivo da oltre cinquant'anni sulla scena nazionale e internazionale dell'arte contemporanea, ha appositamente concepito alcune nuove opere che si rapportano all'unica navata di quell'antica sede, un tempo adibita al culto.

La mostra, assieme ai dipinti, annovera una sua nuova creazione di scrittura che nell'accompagnare le opere ne costituisce una diversa ma dialettica formulazione.

Come per le lunghe didascalie, in altri tempi e circostanze concepite e affiancate ai suoi disegni, in questa esposizione Ranaldi offre un'opera di scrittura, parossistica e visionaria, con alcuni obiettivi poetico-artistici capaci di soddisfare un'autenticità nel rapporto che egli intende stabilire con il fruitore della sua arte.
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La pubblicazione, che ha lo stesso titolo dato alla mostra, oltre a essere un volume concepito e stampato in occasione della personale alla Cappella dell'Incoronata di Palermo, è una forma-libro affrancata dal ruolo ancillare del catalogo. 

Renato Ranaldi frequenta il liceo artistico e successivamente l’Accademia di Belle Arti di Firenze seguendo il corso di pittura di Ugo Capocchini, con cui si diploma nel 1962. In questo periodo incontra la giovane pittrice Vera Corti, da cui nasce l’interesse per la musica e per il disegno infantile.

La sua prima pittura è caratterizzata dalla stesura di spesse masse di colore a olio e dall’accostamento di differenti stilemi linguistici, cui si lega anche la molteplice sperimentazione di tecniche e materiali. Nel corso degli anni Sessanta si lega a molti artisti che gravitano nella città di Firenze, tra i quali Eugenio Miccini, Giuseppe Chiari, Ketty La Rocca, Adolfo Natalini, Gianni Pettena, Roberto Barni. 

Con Andrea Granchi e Sandro Chia condivide l’esperienza del Teatro Musicale Integrale (1967-69). Nel 1968 avviene la sua prima esperienza cinematografica con "Senilix", nello stesso anno ha luogo la prima mostra personale alla galleria La Zattera di Firenze a cura di Claudio Popovich. Nel 1971 realizza il "Timparmonico".

Seguendo una via personale, non influenzata dalle tendenze artistiche del momento – minimalismo, pop art, arte povera – entra negli anni Settanta con un repertorio di opere al di fuori degli schemi, che trovano lontane referenze con pittura e scultura della grande tradizione e tracce nelle sperimentazioni del Novecento. Sono gli anni in cui stringe amicizia con gli artisti Fernando Melani, Luciano Fabro e con il critico Bruno Corà.

Nel corso degli anni Ottanta, con opere di grandi dimensioni, espone in numerose mostre pubbliche e private e musei comunali. Nel 1988 viene invitato da Giovanni Carandente alla XLIII Biennale di Venezia con una sala monografica di scultura.

Dagli anni Novanta, avviene un'ulteriore trasformazione nella sua produzione plastica attraverso l’utilizzo di laminati di zinco, rame, ottone, sotto forma di superfici o di nastri con piegature ottenute con modalità meccanica. Nel 1994 ha inizio il ciclo dei telai in legno di dimensioni varie, spesso dipinti col colore blu reale.

Nella decade dei Novanta si compie il ciclo della pittura scolpita. In questi anni si segnalano esposizioni personali in gallerie private e in musei in Italia e all’estero. Tra le esposizioni degli ultimi anni si ricordano quella del 2005 alla Galleria Il Ponte di Firenze, dal titolo "Parusie", legata al volume curato da Bruno Corà con lo stesso titolo, repertorio del piccolo disegno.

Nello stesso anno al CAMeC di La Spezia, col titolo "Dispositivi per l’ora d’aria", presenta alcune grandi sculture–installazioni in cui è evidente il sentimento di rischio derivato dal mettere in bilico le forme; infine "Quijotesca", all’Instituto Cervantes di Parigi, dove presenta l’opera "Bilico d’i’ciuho e la berva con i suoi arredi".

Alla costante attività espositiva si affianca un lavoro editoriale con presentazioni di suoi libri, quali "Tebaide", Gli Ori editore (2010, Celle – Pistoia); "Calamaio mistico", Le lettere editore (2014, Biblioteca Marucelliana, Firenze), oltre alla partecipazione con molti saggi su riviste di arte e letteratura.
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