"(Ri)Guardo il Fluire" a Villa Magnisi: relazione tra terapeuta e paziente

Una delle opere visibili alla mostra
La mostra "(Ri)Guardo il Fluire", organizzata dall’associazione onlus StupendaMente e curata da Laura Francesca Di Trapani, è un evento collaterale al convegno di arte terapia "L'Arte che In-forma e Tra-sforma" e propone uno sguardo al percorso e all'approccio che alcuni arte-terapeuti, portando avanti anche una propria autonoma ricerca artistica, hanno verso il manufatto dell’arte stessa.
Muovendosi in una duplice dimensione che inevitabilmente apre a nuove letture, è un percorso espositivo in cui gli artisti intendono raccontare l'influenza che la professione di arte-terapeuta vive nella sua ricerca artistica. Il fluire che rappresenta il tema principe della mostra, è infatti riferito alla relazione tra terapeuta e paziente, in un contatto liquido che prende una forma diversa.
Il pensiero è fluido e prende la forma che la nostra mente decide di dargli. È un dialogo con se stessi e con l'altro, che è alter, che è il sé uscito fuori e confluito in nuove esperienze umane, culturali. La narrazione attraverso il manufatto artistico, l’immagine, di quello che si era, e la forma che assume dopo un contatto che è contaminazione.
Una visione privilegiata questa, per chi possiede doppi strumenti di introspezione e di esternazione, in una relazione col sé che si origina dalla relazione con l'altro, col nuovo. L'altro in questo caso è il paziente mentre l’arte, in quanto espressione individuale privilegiata, diventa luogo di incontro dove l’artista ha l'occasione di poter cogliere e raccontare le suggestioni di tale scambio.
Muovendosi in una duplice dimensione che inevitabilmente apre a nuove letture, è un percorso espositivo in cui gli artisti intendono raccontare l'influenza che la professione di arte-terapeuta vive nella sua ricerca artistica. Il fluire che rappresenta il tema principe della mostra, è infatti riferito alla relazione tra terapeuta e paziente, in un contatto liquido che prende una forma diversa.
Il pensiero è fluido e prende la forma che la nostra mente decide di dargli. È un dialogo con se stessi e con l'altro, che è alter, che è il sé uscito fuori e confluito in nuove esperienze umane, culturali. La narrazione attraverso il manufatto artistico, l’immagine, di quello che si era, e la forma che assume dopo un contatto che è contaminazione.
Una visione privilegiata questa, per chi possiede doppi strumenti di introspezione e di esternazione, in una relazione col sé che si origina dalla relazione con l'altro, col nuovo. L'altro in questo caso è il paziente mentre l’arte, in quanto espressione individuale privilegiata, diventa luogo di incontro dove l’artista ha l'occasione di poter cogliere e raccontare le suggestioni di tale scambio.
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