"Riflessi d'acqua": a Palermo i lavori en plein air del giovane artista Simone De Marco

Particolare di un acquerello di Simone De Marco per il progetto "Riflessi d'acqua"
Dopo diverse esposizioni in Sicilia il giovane artista siciliano dal profilo internazionale, Simone De Marco (Mussomeli, 1984), sceglie di tributare Palermo con un'esposizione di raffinati acquerelli. Dal 9 al 23 novembre, sarà possibile ammirare, alla Galleria Caravello in via Enrico Parisi 38, i lavori en plein air che ritraggono suggestioni, piazze, viuzze, cui tenta di restituire l'originaria bellezza.
Le scelte cromatiche, le disposizioni dei piani, delle forme, la pennellata a volte definita a volte sfumata, conducono ad un linguaggio che trascrive emozioni e intuizioni mai prevedibili che confinano in un'affascinante sintesi. La forza sta nei particolari, la bellezza nello scorcio.
Il pittore dichiara di dipingere per un bisogno genetico. Proviene, infatti, da una famiglia di artisti che gli ha trasmesso la passione per l'arte. Il suo amore per l'acquerello inizia da autodidatta e lo spinge molto presto a prendere lezioni da Alvaro Castagnet, partecipando a un suo workshop a Padova, all'Accademia dell'Acquerello.
Vincitore di numerose rassegne di pittura estemporanea, nel 2015 inizia un tour tra Londra e Amsterdam, per studiare le atmosfere cobalto, attraverso la pittura dal vero. Nel 2017 partecipa alla mostra internazionale dell'acquerello Fabriano, esponendo con artisti dal profilo internazionale.
Il modo in cui Simone De Marco tratta il colore è originale e innovativo. Il gesto disegna gli angoli della città, scivola sulla carta tracciando un itinerario in cui lo spettatore può perdersi sognante. Atmosfere piene di energia, vibranti in un continuo sfaldarsi di luci e ombre.
Le prospettive scivolano veloci lungo assi immaginari che percuotono l'occhio e lo spingono verso orizzonti infiniti. Per Simone De Marco l’acquerello è «un discorso emotivo che nasce da dentro e spinge l'artista a fare i conti con se stesso».
Le scelte cromatiche, le disposizioni dei piani, delle forme, la pennellata a volte definita a volte sfumata, conducono ad un linguaggio che trascrive emozioni e intuizioni mai prevedibili che confinano in un'affascinante sintesi. La forza sta nei particolari, la bellezza nello scorcio.
Il pittore dichiara di dipingere per un bisogno genetico. Proviene, infatti, da una famiglia di artisti che gli ha trasmesso la passione per l'arte. Il suo amore per l'acquerello inizia da autodidatta e lo spinge molto presto a prendere lezioni da Alvaro Castagnet, partecipando a un suo workshop a Padova, all'Accademia dell'Acquerello.
Vincitore di numerose rassegne di pittura estemporanea, nel 2015 inizia un tour tra Londra e Amsterdam, per studiare le atmosfere cobalto, attraverso la pittura dal vero. Nel 2017 partecipa alla mostra internazionale dell'acquerello Fabriano, esponendo con artisti dal profilo internazionale.
Il modo in cui Simone De Marco tratta il colore è originale e innovativo. Il gesto disegna gli angoli della città, scivola sulla carta tracciando un itinerario in cui lo spettatore può perdersi sognante. Atmosfere piene di energia, vibranti in un continuo sfaldarsi di luci e ombre.
Le prospettive scivolano veloci lungo assi immaginari che percuotono l'occhio e lo spingono verso orizzonti infiniti. Per Simone De Marco l’acquerello è «un discorso emotivo che nasce da dentro e spinge l'artista a fare i conti con se stesso».
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