Roberto Ottaviano "Eternal Love" quintet: il concerto in prima nazionale al Teatro Jolly
Ottaviano con il suo disco “Sideralis” riceve il premio quale miglior disco dell’anno dalla rivista specializzata Musica Jazz, ma in realtà è il culmine di un lavoro che lo ha portato in tutti questi anni a far quadrare il cerchio delle sue passioni e delle sue curiosità musicali, coniugandole con una ricerca di suono e linguaggio che mette insieme libera improvvisazione, grande tradizione del Jazz e radici culturali.
Nella scelta dei compagni di viaggio, l’incontro con il pianista Giorgio Pacorig, un autentico fuoriclasse nonché outsider rispetto ai clichè sul jazz molto frequenti oggi, è stato fondamentale.
L’idea infatti di avere intorno musicisti aperti e competenti è stato sempre l’ago della bussola per Ottaviano, quindi di conseguenza la scelta di artisti quali Giovanni Maier e Zeno de Rossi, una ritmica collaudata ed in grado di portare la musica al di fuori del dejà vu, è stata consequenziale.
L’apporto per l’occasione dello straordinario clarinettista Marco Colonna, un bellissimo incontro di questi ultimi mesi, è il modo per suggellare una idea che da tempo orbita nei sogni musicali del saxofonista pugliese, quella del timbro legnoso e stellare dato dalla fusione tra sax soprano e clarinetto basso, nel solco di Coltrane e Dolphy.
Nella scelta dei compagni di viaggio, l’incontro con il pianista Giorgio Pacorig, un autentico fuoriclasse nonché outsider rispetto ai clichè sul jazz molto frequenti oggi, è stato fondamentale.
L’idea infatti di avere intorno musicisti aperti e competenti è stato sempre l’ago della bussola per Ottaviano, quindi di conseguenza la scelta di artisti quali Giovanni Maier e Zeno de Rossi, una ritmica collaudata ed in grado di portare la musica al di fuori del dejà vu, è stata consequenziale.
L’apporto per l’occasione dello straordinario clarinettista Marco Colonna, un bellissimo incontro di questi ultimi mesi, è il modo per suggellare una idea che da tempo orbita nei sogni musicali del saxofonista pugliese, quella del timbro legnoso e stellare dato dalla fusione tra sax soprano e clarinetto basso, nel solco di Coltrane e Dolphy.
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