"Salmodia" per le spose-bambine: la poesia incontra la musica al Palazzo del Poeta di Palermo

Ventiquattro casi ogni anno in Italia, e sono soltanto quelli che escono allo scoperto, ma il sommerso è tanto di più.
E i luoghi da dove arrivano più richieste d’aiuto sono Brescia (dove è fortissima la presenza della comunità pakistana), Emilia Romagna. E Sicilia dove i casi conosciuti sono almeno dodici ogni anno, la metà di quelli italiani. Si sta parlando delle spose-bambine, ragazzine che vorrebbero ancora giocare e sono obbligate a rapporti sessuali, metter su famiglia, gestirla.
Sono piccole, eppure grandi: questa ninna nanna è per loro. Il progetto di Salmodia è nato nel 2021: racconto e carezza, versi e amore, disperazione e violenza.
Un omaggio alla bambina e la narrazione della donna, ma è anche un pesante atto d’accusa contro chi non ferma questa violenza, né più né meno un femminicidio virtuale.
Nato dai versi di Lucilla Trapazzo e sulle musiche di Marco Di Stefano, il progetto è diventato un video ideato e prodotto da Rosa Di Stefano.
Domenica 12 novembre alle 18.00 a Palazzo del Poeta va in scena la performance degli attori Francesca Vaccaro, Tommaso Gioietta e Alessandro Cassata che racconta il silenzio a cui sono sottoposte le bambine accettando matrimoni prematuri.
A chiusura, si svolge l'incontro-discussione tra Rosa di Stefano, Giorgia Butera – che ha lanciato dalla Sicilia nel 2014 la campagna di sensibilizzazione "Sono bambina, non una sposa” – e la giornalista Maria Giambruno.
Sono loro a discutere sulla base degli ultimi dati dell'Unfpa (United Nations Population Fund), anche se i numeri aumentano in maniera esponenziale di ora in ora. Attualmente si stima che ogni giorno 33mila bambine siano costrette a contrarre un matrimonio precoce e forzato con uomini molto più grandi di loro, con inevitabili pericoli per gravidanze forzate, violenze, malformazioni.
Il matrimonio guidato e precoce è una tradizione (che per le bimbe diventa il peggiore degli incubi) in Niger, Bangladesh, Kenya, Ruanda, India, Pakistan, ma si sta allargando a macchia d’olio nei Sud del mondo o dove sono forti le comunità di immigrati. In Italia, come detto, si stimano circa 24 casi conosciuti ogni anno e di questi, dodici sono in Sicilia.
Ispirata dai versi di “Salmodia” tratto dal libro “Ossidiana” di Lucilla Trapazzo, è nato nel 2021 questo progetto curato e prodotto da Rosa Di Stefano, volto proprio a raccontare “dolcemente” questa terribile realtà.
Una composizione al pianoforte scritta ad hoc da Marco Di Stefano per abbracciare ogni singola parola, rafforzata da immagini e allusioni. Quattro minuti di ninna nanna dolce e straziante che portano lo spettatore a conoscere questo male sociale, raccontato da una madre, e a riflettere sullo stesso.
Nel video, che si struttura in due parti, Lucilla recita la sua poesia con l’inserimento di frame che raccontano con immagini le parole e le emozioni dando forza ad ogni singolo verso.
Nella seconda parte, la storia della bambina viene raccontata sotto forma di un balletto in cui la “sposa bambina” perde pian piano l’innocenza e la gioia di un’infanzia a lei violentemente strappata.
Oggi tutto questo diventa anche una performance teatrale.
E i luoghi da dove arrivano più richieste d’aiuto sono Brescia (dove è fortissima la presenza della comunità pakistana), Emilia Romagna. E Sicilia dove i casi conosciuti sono almeno dodici ogni anno, la metà di quelli italiani. Si sta parlando delle spose-bambine, ragazzine che vorrebbero ancora giocare e sono obbligate a rapporti sessuali, metter su famiglia, gestirla.
Sono piccole, eppure grandi: questa ninna nanna è per loro. Il progetto di Salmodia è nato nel 2021: racconto e carezza, versi e amore, disperazione e violenza.
Un omaggio alla bambina e la narrazione della donna, ma è anche un pesante atto d’accusa contro chi non ferma questa violenza, né più né meno un femminicidio virtuale.
Nato dai versi di Lucilla Trapazzo e sulle musiche di Marco Di Stefano, il progetto è diventato un video ideato e prodotto da Rosa Di Stefano.
Domenica 12 novembre alle 18.00 a Palazzo del Poeta va in scena la performance degli attori Francesca Vaccaro, Tommaso Gioietta e Alessandro Cassata che racconta il silenzio a cui sono sottoposte le bambine accettando matrimoni prematuri.
A chiusura, si svolge l'incontro-discussione tra Rosa di Stefano, Giorgia Butera – che ha lanciato dalla Sicilia nel 2014 la campagna di sensibilizzazione "Sono bambina, non una sposa” – e la giornalista Maria Giambruno.
Sono loro a discutere sulla base degli ultimi dati dell'Unfpa (United Nations Population Fund), anche se i numeri aumentano in maniera esponenziale di ora in ora. Attualmente si stima che ogni giorno 33mila bambine siano costrette a contrarre un matrimonio precoce e forzato con uomini molto più grandi di loro, con inevitabili pericoli per gravidanze forzate, violenze, malformazioni.
Il matrimonio guidato e precoce è una tradizione (che per le bimbe diventa il peggiore degli incubi) in Niger, Bangladesh, Kenya, Ruanda, India, Pakistan, ma si sta allargando a macchia d’olio nei Sud del mondo o dove sono forti le comunità di immigrati. In Italia, come detto, si stimano circa 24 casi conosciuti ogni anno e di questi, dodici sono in Sicilia.
Ispirata dai versi di “Salmodia” tratto dal libro “Ossidiana” di Lucilla Trapazzo, è nato nel 2021 questo progetto curato e prodotto da Rosa Di Stefano, volto proprio a raccontare “dolcemente” questa terribile realtà.
Una composizione al pianoforte scritta ad hoc da Marco Di Stefano per abbracciare ogni singola parola, rafforzata da immagini e allusioni. Quattro minuti di ninna nanna dolce e straziante che portano lo spettatore a conoscere questo male sociale, raccontato da una madre, e a riflettere sullo stesso.
Nel video, che si struttura in due parti, Lucilla recita la sua poesia con l’inserimento di frame che raccontano con immagini le parole e le emozioni dando forza ad ogni singolo verso.
Nella seconda parte, la storia della bambina viene raccontata sotto forma di un balletto in cui la “sposa bambina” perde pian piano l’innocenza e la gioia di un’infanzia a lei violentemente strappata.
Oggi tutto questo diventa anche una performance teatrale.
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