San Francesco tra serio e grottesco: a Palazzo Riso va in scena lo spettacolo "Secret Sacret"
Luigi di Gangi e Ugo Giacomazzi in scena
La terza settimana di programmazione di Settembre al Riso prosegue venerdì 17 e sabato 18 settembre con la messa in scena di "Secret Sacret. #1° studio".
Lo spettacolo, di e con Luigi di Gangi e Ugo Giacomazzi, con le musiche originali di Sergio Beercock, è a cura di Vittorio Stasi Managment.
I due protagonisti partono da San Francesco per indagarlo dal di dentro: l'esempio umano più cristiano o banalmente cattolico.
Il santo irrappresentabile, sfaccettato, già munito di infinite biografie cartacee e cinematografiche; la figura simbolica, rivoluzionaria, fuori da tempo e spazio definiti; il grande comunicatore, inventore di linguaggi, che canta ed incanta, parla, stupisce, recita, impara a memoria e parla a braccio, un vero Giullare di Dio.
Pretesto ideale per noi per giocare, mischiare linguaggi differenti in modo serio e grottesco a cominciare dalla musica di Sergio Beercock, prolungamento dell’attore che ne amplifica i sentimenti, senza tralasciare le citazioni ironiche del mondo del teatro: dalle origini ai mistery plays, le sacre rappresentazioni, la commedia dell'arte, il teatro elisabettiano, quello mesmerico dei ciarlatani girovaghi, quello cecoviano, fino a quello contemporaneo.
Una performance totale come totale era il suo modo di vivere la ricerca del divino interiore.
Lo spettacolo, di e con Luigi di Gangi e Ugo Giacomazzi, con le musiche originali di Sergio Beercock, è a cura di Vittorio Stasi Managment.
I due protagonisti partono da San Francesco per indagarlo dal di dentro: l'esempio umano più cristiano o banalmente cattolico.
Il santo irrappresentabile, sfaccettato, già munito di infinite biografie cartacee e cinematografiche; la figura simbolica, rivoluzionaria, fuori da tempo e spazio definiti; il grande comunicatore, inventore di linguaggi, che canta ed incanta, parla, stupisce, recita, impara a memoria e parla a braccio, un vero Giullare di Dio.
Pretesto ideale per noi per giocare, mischiare linguaggi differenti in modo serio e grottesco a cominciare dalla musica di Sergio Beercock, prolungamento dell’attore che ne amplifica i sentimenti, senza tralasciare le citazioni ironiche del mondo del teatro: dalle origini ai mistery plays, le sacre rappresentazioni, la commedia dell'arte, il teatro elisabettiano, quello mesmerico dei ciarlatani girovaghi, quello cecoviano, fino a quello contemporaneo.
Una performance totale come totale era il suo modo di vivere la ricerca del divino interiore.
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