LE VIE DEI TESORI
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Segreti e memorie di Bagheria: "Le Vie dei Tesori" tra ecomostri e storie dimenticate

  • Vari luoghi - Bagheria (Pa)
  • Dal 10 al 25 settembre 2022 (solo sabato e domenica) (evento concluso)
  • Consulta il programma nell'articolo
  • 18 euro (per 10 visite), 10 euro (per 4 visite), 3 euro (visita singola), 6 euro (passeggiate)
  • Coupon acquistabili online sul sito delle Vie dei Tesori o nell’info point del Teatro Comunale Garibaldi di piazza Umberto I. Per le esperienze, i coupon sono di valore variabile ed è consigliata la prenotazione online. Per maggiori informazioni chiamare il numero 091 8420004
Balarm
La redazione

Castello Villa San Marco a Bagheria

Le Vie dei Tesori ritorna a Bagheria per il suo terzo anno consecutivo con tre week end, per un nuovo festival di “riappropriazione della bellezza”. Quest’anno si replica con un’edizione che guarda ancora più al territorio: sarà infatti possibile visitare uno dei “mostri” industriali più incombenti della zona, la fabbrica dismessa della Sicilcalce che chiunque visiti il Museo Guttuso e Villa Cattolica, si trova dinanzi. 

L’azienda che produceva calce viva e intonaci ha lavorato fino alla fine degli anni ’90: entrando, le grandi strutture in ferro - i forni, i mulini e i silos - sembrano far parte del relitto di una nave. Il cemento, il ferro e il bianco latte della calce sembrano stridere con le morbide movenze settecentesche di Villa Cattolica: si potrà visitare anche con la guida di chi qui ha lavorato.

Un’esperienza legata alla produzione e al lavoro di tante famiglie. Da qui si vede Monte Catalfano, gli ultimi agrumeti, Villa Cattolica: non solo contraddizioni, ma il racconto di una storia che non c’è più. E saranno proprio gli ex lavoratori della Sicilcalce a condurre le visite alle 17 di domenica 11 e domenica 18 settembre e di sabato 24 settembre.  Un vero viaggio nella memoria attraverso i ricordi di chi ha vissuto questo luogo.
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I LUOGHI
La Sicilcalce è di sicuro il luogo più atteso dai bagheresi, ma non bisogna lasciarsi scappare il resto. Undici luoghi e otto esperienze da non perdere, non solo a Bagheria ma anche nei dintorni visto che si ritorna in quel luogo incantato che è l’Arco azzurro, e bisogna andarci anche se non si è innamorati: anche questo è un luogo recuperato e restituito alla comunità dopo la confisca alla mafia.

Porticello invece, offrirà le gite in barca e le immersioni, e Santa Flavia una stranissima “villa fortificata”mai aperta al pubblico: Castello San Marco fu edificato a fine ‘600 attorno a una torre di artiglieria cinquecentesca, come dimora estiva dei principi di Mirto e dei conti di San Marco che vollero che l’architetto mischiasse elementi delle fortificazioni militari con altri tipici delle residenze di campagna. 

Ne è venuto fuori un ibrido: bastioni, feritoie, persino un ponte levatoio ancora funzionante, che intrigò persino Giuseppe Tomasi di Lampedusa che qui visse durante la guerra. Poi l’Arco del Padreterno che altro non è se non uno degli ingressi trionfali della settecentesca villa Palagonia: il principe Francesco Ferdinando Gravina vi mise a guardia (ancora visibili) sette improbabili e bizzarri gendarmi ussari, in alta uniforme, realizzati in tufo, come l’intero monumento. 

Poi la chiesa del Sepolcro con il suo prospetto neogotico e l'altare barocco che proviene dalla chiesa di San Giacomo, demolita nel 1860 dopo la rivolta della Gancia. Poi la dimora storica settecentesca Cirrincione-Mineo dove visse l’ultimo monsù, Mario Lo Menzo che qui – tra gli arredi d’epoca - è raccontato nella mostra "Mani innamorate”, a cura di Sabrina Gianforte. Bagheria è città di villa nobiliari e questo si sa: ecco che a Palazzo Cutò le residenze della storica “villeggiatura” sono ricostruite virtualmente in 3D, seguendo un progetto della pittrice bagherese Caterina Guttuso, presidente dell’associazione Anthemion.

Villa Cattolica ospita una bellissima mostra che aprirà proprio per il Festival: “Mimmo Pintacuda, il testimone discreto” che racconta il maestro e mentore di Peppuccio Tornatore (che a lui si ispirò per il personaggio di Alfredo in Nuovo Cinema Paradiso. Ma Pintacuda è stato uno tra i più importanti fotografi dello scorso secolo, citato dai Fratelli Alinari: la mostra racchiude un corpus di scatti tra il 1965 e il 2010, ed è curata dal figlio Paolo, scrittore e sceneggiatore che sta pubblicando la biografia inedita del padre attingendo a materiali preziosi dall’archivio di famiglia comprese le lettere autografe dell’amico Renato Guttuso. 

Tra le novità di quest’anno anche il giardino settecentesco di Villa San Cataldo, ricco di fiori e piante di pregio, pini secolari e ampi viali, sedili e torri di vedetta. Sarà visitabile anche una parte interna della villa e si potrà scendere una scala a chiocciola chiusa da anni, riportata alla luce dal Lions Club che qui ha creato un living lab aperto ad associazioni, scuole e amministrazioni. Ritorna il piccolo e delizioso Museo del Giocattolo dove ci si perderà tra bambole in pannolenci, pupattole in biscuit, carrozzine in alpacca. 

E una sorpresa arriva da Aspra dove l’anno scorso le donne si erano messe in gioco e avevano inventato un nuovo modo di raccontare la borgata: “Portami ad Aspra” è diventato un vero museo en plein air costruito sui racconti dei residenti.  

LE ESPERIENZE
Diventa un’esperienza la visita alla bottega dell’ultimo pittore di “masciddara”, Michele Ducato ha come “amici” Angelica e il paggio Medoro oppure Astolfo che cerca sulla luna il senno di Orlando, oltre a santi e cavalieri, saracini e crociati: con la sua guida si potrà dipingere un oggetto in stile; e anche la visita al Museo dell’Acciuga dove si racconta il mondo “povero” della pesca e della salagione. 

E, quasi collegata, ecco la sortita da Nonno Pino U’Barunieddu che produce conserve in cui nasconde una stranissima ma sublime “crema di sfincione” e altre prelibatezze. Poi l’Oasi Blu, inattesa casa d’artista scoperta e resa famosa proprio dalle Vie dei Tesori, una wunderkammer sorprendente tra cappelle votive, altari ai viaggiatori illustri, memorabilia raccolte da un ex ferroviere prestato all’arte. Che offrirà la visita di stanza inedite sulla scia della voce morbida di un mezzosoprano... 

Un’altra sortita attesa sarà quella alla storiche cantine della Duca di Salaparuta, a Casteldaccia, affacciate sul mare, dove si racconta una storia iniziata nel 1824, fatta di passione per le sfide e di attenzione per la natura e il territorio. Si visita la bottaia, l’innovativa sala di degustazione e l’inaspettata enoteca. Ritornano anche due esperienze tra le più gettonate dello scorso anno, che andarono quasi subito sold out: le escursioni in barca a vela nel golfo di santa Flavia, costeggiando il waterfront e arrivando al castello di Solanto; e le immersioni con la guida di un sub esperto, un vero battesimo del mare pensato solo per il festival.
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