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Si chiama "Scavare fossati" la mostra di Zerocalcare: allo Zac tutti i lavori del fumettista romano

  • ZAC - Zisa Zona Arti Contemporanee - Palermo
  • Dal 25 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020 (evento concluso)
  • Visitabile dal martedì alla domenica dalle ore 9.00 alle 18.30. Chiuso il lunedì
  • Gratuito
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La redazione

Particolare di una illustrazione di Zerocalcare

Con il suo stile nuovo e originale, Zerocalcare, l'alter ego di Michele Rech (Cortona,1983) approda nel capoluogo siciliano. Dalle ore 18 di venerdì 25 ottobre, infatti, il portavoce della generazione anni Novanta, è protagonista della mostra "Scavare fossati – Nutrire coccodrilli", organizzata dall'Assessorato alle Culture del Comune di Palermo, che recentemente ha debuttato al Maxxi di Roma, e che sarà possibile visitare allo Spazio Zac presso i Cantieri Culturali alla Zisa, fino al 6 gennaio. 

Esponente di spicco del fumetto in Italia, tra le figure più interessanti e complesse della scena culturale di oggi, Rech è il protagonista di uno dei più grossi casi editoriali degli ultimi anni. Partito da un blog e dalle locandine per i centri sociali, è diventato autore di best seller come: "La profezia dell’armadillo" (da cui è stato tratto un film), "Un polpo alla gola", "Ogni maledetto lunedì su due", "Dodici", "Dimentica il mio nome" (candidato nel 2015 al Premio Strega), "Kobane Calling" (reportage pubblicato sulla rivista Internazionale e poi, arricchito da una parte inedita per BAO), "Macerie Prime e Macerie prime – sei mesi dopo". 
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Il progetto della mostra - ideata da Silvia Barbagallo - ruota intorno a tre nuclei tematici (Pop, Lotte e resistenze e Tribù) e ripercorre tutti gli anni del suo lavoro tra poster, tavole originali, copertine e la grande illustrazione "Stessa Barca" disegnata appositamente per l'occasione e leggibile sul pavimento attraverso una timeline redatta da Oscar Glioti: un omaggio alla diversità e alla convivenza che avvolge i visitatori. 

Sottocoperta, le figure disegnate da Zerocalcare sono assiepate in groviglio di espressioni, posizioni, storie, in una composizione affollata di gente. Tutti i personaggi che da sempre abitano l'immaginario dell'artista - Lady Cocca, il Secco, il Cinghiale, Katia, il Deprecabile, Yoda (e molti gli altri) – e che qui, per la prima volta, vivono tutti nello stesso spazio, suscitando una stringente riflessione sul tema della convivenza.

I soggetti sono presi a prestito per raccontare la complessa storia della coabitazione, in un momento storico in cui la convivenza tra individui è sempre meno integrata, e gli spostamenti di intere comunità costringono a un inevitabile ripensamento dei confini etnici. Michele Rech, dunque, riflette sul tema dei diritti civili e della convivenza come opportunità e non come condanna.

«Se cè una cosa che ho sempre odiato - spiega il fumettista di Rebibbia - è la rappresentazione delle periferie come monoliti, schiacciate nella narrazione del degrado o del mito del buon selvaggio».

Questo grande affresco di diversità diventa il set ideale dove sono esposti gli oltre cento fumetti, le illustrazioni e le tavole originali che compongono la mostra, disegnati nel corso dell'ultimo quindicennio. 

La mostra esordisce con la sezione "Tribù" che descrive la scena punk italiana (con una selezione di circa quaranta tavole illustrate), attraversa tutti i temi espositivi ed è un omaggio dell'autore a tutti quei ribelli mossi dall'impeto del cambiamento. 

La sezione "Pop" accoglie illustrazioni e fumetti ispirati a storie biografiche, alcune delle quali pubblicate nel blog a partire dal 2011 e una parte dedicata ai demoni del nostro tempo come i social network, la reperibilità e la produttività. In questo contesto infatti, Michele Rech affresca in modo lucido i temi che riguardano la generazione nativa negli anni Ottanta cresciuta tra game boy, fumetti della Marvel, supereroi e lungometraggi della Pixar.

"Lotte e Resistenze", invece, include storie di cronaca come la morte di Renato Biagetti in "La politica non c'entra niente (insieme a Push/R) 2007, o Gaetano Bresci in "Autocensure", 2015, presentati insieme a tavole-statement contro gli abusi di potere: "Copsville", 2012 e "6 pagine su 3 mesi di carcere", 2018. Ampio spazio è dato al G8, Genova 2001, che lo stesso autore considera uno spartiacque nella sua esistenza, motivo d'ispirazione per la realizzazione del suo primo fumetto pubblicato in forma anonima su Indymedia.

Il titolo dell'esposizione nasce da una suggestione biografica dell'autore e da una riflessione sul momento storico attuale: da una parte i coccodrilli e i fossati sono la metafora di una condizione interiore, dall'altra rappresentano l'avanzare dei timori originari dell'uomo legati all'invasione e alla paura dell'altro, le barriere alzate per la salvaguardia del proprio territorio.

Un evento da non perdere per chi vuole approfondire la conoscenza di questo geniale artista che con i suoi fumetti racconta la sua (e la nostra) storia, che fa sorridere e allo stesso tempo rende consapevoli di verità fulminanti sul tempo che stiamo vivendo. 

Partendo dalle colonne del suo blog zerocalcare.it, questo ragazzo di Rebibbia ha rapidamente conquistato la Rete per poi sbarcare in libreria con ben quattro volumi. Dagli zombie a Star Wars, da Street Fighter a Robin Hood, le tavole di Zerocalcare sono un concentrato di autoironia e citazioni di ogni tipo, senza dimenticare l'immancabile Armadillo, personificazione della coscienza dell'autore. 

Zerocalcare è caratterizzato dai suoi intensi monologhi interiori che sfociano puntualmente nell'esagerazione e nella paranoia. Il nome d'arte nasce quando, dovendo scegliersi un nickname per partecipare ad una discussione su Internet, si ispira al ritornello dello spot televisivo di un prodotto anti-calcare che stava andando in onda in quel momento. 

Il suo stile di vita straight edge (particolare filosofia di vita generatasi nell'ambiente hardcore punk), prevede l'astinenza dal consumo di tabacco, alcool e droghe.
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