"Back to Moulin Rouge": al teatro Orione una storia di verità, bellezza, libertà e amore
La cosa più grande che tu possa imparare è amare e lasciarti amare: chiunque abbia il cuore un po' bohemienne sa che la citazione è tratta da Moulin Rouge, celebre musical firmato da Baz Luhrmann e per tornare nel romantico mondo di Satine e Christian arriva al teatro Orione di Palermo con "Back to Moulin Rouge".
L'appuntamento è per sabato 24 febbraio alle ore 21.30 e domenica 25 febbraio alle ore 17.30 con lo spettacolo prodotto da Dramatis Personae e diretto dal regista Alfredo Furma, che esprime gli irrinunciabili valori di Verità, Bellezza, Libertà e Amore.
Sul palco si racconta la storia dello scrittore squattrinato Christian, che appena arrivato nel quartiere di Montmartre a Parigi viene portato al Moulin Rouge, dove per via di un'incomprensione conosce la bella Satine. Attorno a loro si muove un caleidoscopio di personaggi, dal perfido Duca all'intrattenitore Harold Zidler.
La versione portata in scena al teatro Orione prende ispirazione dal film, ma enfatizza dinamiche narrative estremamente sottili e inerenti le vicende strettamente personali di personaggi che, nell’opera originale, non hanno avuto modo di emergere.
La bellezza trova così posto negli anfratti più bui, reconditi, intimi, miseri, realistici e, in una parola, umani, della vita, gettando uno sguardo sulle storie nella storia e restituendo uno spessore del tutto dovuto alla vita vera.
L'appuntamento è per sabato 24 febbraio alle ore 21.30 e domenica 25 febbraio alle ore 17.30 con lo spettacolo prodotto da Dramatis Personae e diretto dal regista Alfredo Furma, che esprime gli irrinunciabili valori di Verità, Bellezza, Libertà e Amore.
Sul palco si racconta la storia dello scrittore squattrinato Christian, che appena arrivato nel quartiere di Montmartre a Parigi viene portato al Moulin Rouge, dove per via di un'incomprensione conosce la bella Satine. Attorno a loro si muove un caleidoscopio di personaggi, dal perfido Duca all'intrattenitore Harold Zidler.
La versione portata in scena al teatro Orione prende ispirazione dal film, ma enfatizza dinamiche narrative estremamente sottili e inerenti le vicende strettamente personali di personaggi che, nell’opera originale, non hanno avuto modo di emergere.
La bellezza trova così posto negli anfratti più bui, reconditi, intimi, miseri, realistici e, in una parola, umani, della vita, gettando uno sguardo sulle storie nella storia e restituendo uno spessore del tutto dovuto alla vita vera.
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