"Deserto d'Acqua": ai Cantieri culturali alla Zisa si racconta il senso dell'accoglienza
Una scena di "Deserto d'Acqua"
Raccontare le speranze, le idee, i pensieri di chi migra: arriva all'interno della Sala Perriera ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo lo spettacolo "Deserto d'Acqua", in programma domenica 4 marzo alle ore 21.
Realizzato dal Teatro Atlante, lo spettacolo è di Emilio Ajovalasit e con lo stesso Ajovalasit, Aurelia Alonge Profeta e Preziosa Salatino sul palco. Il tema è quello dell'accoglienza del diverso, dello “straniero”, alla luce del fenomeno migratorio attuale.
La storia è ispirata al romanzo di Buzzati "Il deserto dei Tartari", dove l’attesa del nemico in un luogo di frontiera diventa specchio di un’intera esistenza. "Deserto d’Acqua" nasce dalla necessità di indagare il tema delle migrazioni dal punto di vista di chi oggi sta da questa parte del mare, la nostra.
I personaggi dello spettacolo, con una divisa addosso, aspettano davanti al mare: una frontiera d’acqua sempre deserta. Eppure capita a volte che qualcuno attraverso l’acqua arrivi. L’Altro, colui che arriverà dal confine imperscrutabile, potrebbe essere chiunque.
Alle parole e dalle azioni dei protagonisti emergono, frammentate, le storie di chi è già arrivato e quelle di chi non arriverà mai.
Realizzato dal Teatro Atlante, lo spettacolo è di Emilio Ajovalasit e con lo stesso Ajovalasit, Aurelia Alonge Profeta e Preziosa Salatino sul palco. Il tema è quello dell'accoglienza del diverso, dello “straniero”, alla luce del fenomeno migratorio attuale.
La storia è ispirata al romanzo di Buzzati "Il deserto dei Tartari", dove l’attesa del nemico in un luogo di frontiera diventa specchio di un’intera esistenza. "Deserto d’Acqua" nasce dalla necessità di indagare il tema delle migrazioni dal punto di vista di chi oggi sta da questa parte del mare, la nostra.
I personaggi dello spettacolo, con una divisa addosso, aspettano davanti al mare: una frontiera d’acqua sempre deserta. Eppure capita a volte che qualcuno attraverso l’acqua arrivi. L’Altro, colui che arriverà dal confine imperscrutabile, potrebbe essere chiunque.
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