"L´ultima estate dell´Europa": la grande guerra tra umanità e orrore
											Siamo nel 1914, anno che segna il destino del vecchio continente con il più grande massacro della storia europea. La quiete dopo la tempesta: è il tempo della Belle Époque, una stagione meravigliosa sconvolta da un evento che porta l’Europa all’autodistruzione. 
Un effetto domino che coinvolge le maggiori potenze mondiali tra cui l’Italia, che abbatte la coltre di ovatta che era rifugio degli europei. Sarajevo è l’origine di tutto con l’omicidio dell’arciduca d’Austria.
A cent’anni dall’entrata in guerra dell’Italia, Giuseppe Cederna e Augusto Golin, con la regia di Ruggero Cara, portano in scena “L’ultima estate dell’Europa” al teatro Biondo di Palermo da giovedì 12 a domenica 22 marzo nella Sala Strehler.
Meditare su un evento del genere a distanza di cento anni significa nutrire la consapevolezza della portata e dell’influenza che tuttora la prima guerra mondiale ha nella storia del nostro paese. 
Un tributo alla memoria di una pagina fondamentale della nostra identità europea tramite le poesie, i racconti e le lettere dal fronte che sono testimonianze dirette della profonda disperazione che ha colpito i protagonisti.
Una produzione di Art Up Art, lo spettacolo racconta il dramma della guerra accompagnato dalla chitarra di Alberto Cappelli e dagli strumenti a fiato di Mauro Manzoni. Giuseppe Cederna intraprende il viaggio a ritroso tramite i testi di Marinetti, Gadda, Owen, Ungaretti, Trilussa e Erri De Luca, nei meandri di un passato terrificante della storia dell’umanità.
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