"Sinnavissi" di Sabrina Petyx
"Sinnavissi" è il graffiante affondo della società di oggi, una sorta di trionfo dell'accidia, il vessillo di un'epoca abitata da un popolo pigro, indolente e rassegnato ma mai vinto (perché per essere vinti bisognerebbe prima combattere). L’autrice racconta con sottile canzonatura di un popolo di boe che aumenta sempre più, fino a invadere il mare, chiudere l'orizzonte, lo spazio, «il popolo delle boe – scrive la Petyx – fa del mare un luogo in cui non si può più viaggiare, andare altrove, scoprire, progettare».
Le boe sono tutti coloro che amano ripetere: “Sinnavissi tempu ‘u facissi... Che ti pare che le cose possono cambiare? Ma quando mai! Le cose così sono ed è inutile che ci stai a pensare!”. Il tempo per fare le cose, poi, è un tempo così ampio che, alla fine, si esaurisce in un niente «e quindi – spiega l’autrice – preferiamo non fare niente. Ma ci riempiamo la bocca di tutto. Sinnavissi è il trionfo del nulla che circonda la nostra vita senza avere più la voglia di vestirlo a festa. Lì. Spiaccicato davanti a noi, sopra un letto, ci guarda, ci osserva, e ride della nostra pochezza».
COSA C'È DA FARE
-
ESPERIENZE
Un Safari da vivere nel cuore della Sicilia: una famiglia ha creato un paradiso selvaggio
-
ESPERIENZE
Dormire tra gli alberi e cenare sotto le stelle: i soggiorni esclusivi nel cuore della Sicilia
-
TEATRO E CABARET
"Edipo a Colono" di Sofocle: il ritorno di Robert Carsen al Teatro Greco di Siracusa