"Una pietra sopra": al Libero l´amplesso indissolubile tra suono e senso

Un susseguirsi di voci e personaggi che si inseguono sulla scena fino a comporre il disfacimento colpevole di una città: è “Una pietra sopra”, spettacolo tra comico e tragico che approda a Palermo all’interno della stagione del Teatro Libero.
È una sorta di Spoon River palermitana, scritta da Manlio Marinelli, in cui lo spettatore resta basito dinanzi allo sfacelo della città. Davanti all’inarrestabile decadenza, entrano in scena dei morti che parlano a un becchino, in un susseguirsi di racconti che assurgono a concreto atto di ribellione.
Una ribellione che sfugge alla realtà quotidiana per adeguarsi alla metafisica. È un intreccio ambiguo tra quotidiano e soprannaturale che appaiono indissolubilmente legati, un polilogo, in cui l’ultimo amplesso è quello tra suono e senso.
Così, personaggi surreali si presentano allo spettatore come autentici, il comico sfocia nel tragico e la lingua del teatro si nutre di dialetto, in un crescendo di sensazioni e suggestioni.
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