Stefano Lo Cicero presenta i suoi ultimi lavori: pitture e sculture in mostra a Palazzo Jung
"Corsa 2" (2004), scultura in marmo sintetico di Stefano Lo Cicero (part.)
L'arte di Stefano Lo Cicero (Palermo), artista poliedrico di fama internazionale e noto nell'ambiente artistico-culturale della sua città, spazia dalla pittura alla scultura, dalle cromostrutture ai disegni, dalla poesia alla musica.
Nella Sala Borsellino di Palazzo Jung, in via Lincoln 47 a Palermo, è possibile ammirare la mostra dell'artista palermitano, autore anche delle tre grandi sculture in marmo che si trovano nel giardino del palazzo, fino al 28 giugno.
Lo Cicero, in occasione del suo 85esimo compleanno, festeggia la sua lunga carriera in arte, non solo nel campo della pittura e della scultura, ma anche della poesia, presentando al pubblico alcuni dei suoi ultimi lavori.
Il suo spirito creativo si manifesta in diversi settori, vivendo, sin dall'infanzia, la costante attrattiva di un paesaggio che lo coinvolge a scoprire e assimilare sembianze sempre mutevoli.
Tra il mare e il monte della costa dell'Addaura nel palermitano, i colori si mescolano con i muschi come in una tavolozza pregna di umori, dove il suo occhio attento sconfina, modellando il suo intimo a cogliere quelle sensazioni che diventano dominio della fantasia.
Negli anni Cinquanta inizia a dipingere un figurativo accademico di maniera, ma presto diviene preminente l'impulso di dedicarsi ad una pittura informale di ricerca finché approda a nuove forme di espressioni.
Nel 1956 partecipa al Premio Nazionale di poesia in lingua "Federico De Maria" a Palermo dove viene premiato con la medaglia d'argento. Nel 1958 si affaccia alla ribalta della musica leggera, componendo testi e canzoni che partecipano a Concorsi e Festival a carattere nazionale.
Nel campo della pittura, negli anni Sessanta si fa pressante in lui il bisogno di concretizzare le immagini dando corpo ad un impressionismo fatto di approcci figurali intessuti nel colore che, a strati, si fonde lasciando la struttura dell'impianto erosa, con effetti timbrici e tonali di grande espressività.
Nel 1965 esordisce a Palermo con la sua prima mostra personale allargando il raggio espositivo oltre lo Stretto. Parallelamente alla pittura, nei momenti di ispirazione, si dedica alla poesia, inserendo suoi scritti in antologie e raccolte di liriche.
Altri stimoli inducono l'artista a modificare il suo procedere pittorico e mettere in risalto il suo senso percettivo del reale e dell'immaginario, dove la donna diventa simbolo e assurge ai crismi della imperscrutabilità.
Negli anni Ottanta, fare scultura, per Stefano Lo Cicero, diventa necessità e riversa nella materia tutto il suo ardore come a saziarsi di un desiderio mai sopito e ancora inappagato, che diviene caparbietà nel suo procedere.
Da allora espone dipinti e sculture in varie città italiane (Viterbo, Livorno, Brescia, Genova, Arezzo, Milano), in alcune francesi (Paris, Nice, Nantes, Angers, La Rochelle, Cholet, Montecarlo) e in alcune tedesche (Köln, Düsseldorf, München, Frankfurt).
Continua a frequentare assiduamente l'ambiente artistico e culturale della sua città e della provincia ed è sempre presente nelle varie manifestazioni di arte, di poesia, di musica e di cultura in genere, dove si fa notare per la sua spiccata versatilità.
Nella Sala Borsellino di Palazzo Jung, in via Lincoln 47 a Palermo, è possibile ammirare la mostra dell'artista palermitano, autore anche delle tre grandi sculture in marmo che si trovano nel giardino del palazzo, fino al 28 giugno.
Lo Cicero, in occasione del suo 85esimo compleanno, festeggia la sua lunga carriera in arte, non solo nel campo della pittura e della scultura, ma anche della poesia, presentando al pubblico alcuni dei suoi ultimi lavori.
Il suo spirito creativo si manifesta in diversi settori, vivendo, sin dall'infanzia, la costante attrattiva di un paesaggio che lo coinvolge a scoprire e assimilare sembianze sempre mutevoli.
Tra il mare e il monte della costa dell'Addaura nel palermitano, i colori si mescolano con i muschi come in una tavolozza pregna di umori, dove il suo occhio attento sconfina, modellando il suo intimo a cogliere quelle sensazioni che diventano dominio della fantasia.
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A quindici anni scrive già versi sia in dialetto siciliano che in lingua e fa le sue prime esperienze di pittura utilizzando cartoni di riciclo, strumenti rudimentali e vernici di scarto. Negli anni Cinquanta inizia a dipingere un figurativo accademico di maniera, ma presto diviene preminente l'impulso di dedicarsi ad una pittura informale di ricerca finché approda a nuove forme di espressioni.
Nel 1956 partecipa al Premio Nazionale di poesia in lingua "Federico De Maria" a Palermo dove viene premiato con la medaglia d'argento. Nel 1958 si affaccia alla ribalta della musica leggera, componendo testi e canzoni che partecipano a Concorsi e Festival a carattere nazionale.
Nel campo della pittura, negli anni Sessanta si fa pressante in lui il bisogno di concretizzare le immagini dando corpo ad un impressionismo fatto di approcci figurali intessuti nel colore che, a strati, si fonde lasciando la struttura dell'impianto erosa, con effetti timbrici e tonali di grande espressività.
Nel 1965 esordisce a Palermo con la sua prima mostra personale allargando il raggio espositivo oltre lo Stretto. Parallelamente alla pittura, nei momenti di ispirazione, si dedica alla poesia, inserendo suoi scritti in antologie e raccolte di liriche.
Altri stimoli inducono l'artista a modificare il suo procedere pittorico e mettere in risalto il suo senso percettivo del reale e dell'immaginario, dove la donna diventa simbolo e assurge ai crismi della imperscrutabilità.
Negli anni Ottanta, fare scultura, per Stefano Lo Cicero, diventa necessità e riversa nella materia tutto il suo ardore come a saziarsi di un desiderio mai sopito e ancora inappagato, che diviene caparbietà nel suo procedere.
Da allora espone dipinti e sculture in varie città italiane (Viterbo, Livorno, Brescia, Genova, Arezzo, Milano), in alcune francesi (Paris, Nice, Nantes, Angers, La Rochelle, Cholet, Montecarlo) e in alcune tedesche (Köln, Düsseldorf, München, Frankfurt).
Continua a frequentare assiduamente l'ambiente artistico e culturale della sua città e della provincia ed è sempre presente nelle varie manifestazioni di arte, di poesia, di musica e di cultura in genere, dove si fa notare per la sua spiccata versatilità.
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