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"Stonewall": a Palermo una mostra ricorda i moti di protesta che hanno dato il via alla rivoluzione LGBT

Balarm
La redazione

Foto: Vito Fusco/Parallelozero

Per i cinquant’anni di lotte per i diritti civili, Palermo ricorda i moti di protesta di Stonewall che, nel 1969, avevano dato il via alla rivoluzione LGBTQ (Lesbian, Gay, Bisexsual,Transgender, Queer).

La mostra fotografica "Stonewall: The Temple" - fruibile a Palazzo Sant'Elia fino al 20 luglio - è curata da Gloria Viale e si compone di 30 scatti (40x50 cm circa, in verticale) frutto del progetto di Vito Fusco (Positano, 1980), nato per caso durante la settimana precedente al Gay Pride di New York del 2016.

L'esposizione, che è stata possibile grazie alla consolidata sinergia tra il Comitato Arcigay Napoli con il supporto del Consolato Generale degli Stati Uniti a Napoli - in collaborazione con Arcigay Palermo e Fondazione Sant’Elia e con il patrocinio del Comune di Palermo - nasce per rinnovare il vincolo di amicizia e solidarietà tra due culture da sempre vocate alla promozione dei principi democratici e dei diritti, primo fra tutti il diritto alla felicità.
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Le immagini - tratte dal libro "Stonewall the Temple", edito con il patrocinato di Amnesty International e FIOF in lingua italiana e inglese - sono state scattate nello storico locale Stonewall Inn di Christopher Street a New York, tempio e locale storico in cui tutto ebbe inizio. 

Si tratta di un excursus fotografico di istantanee che raccontano la storia delle lotte e delle proteste del mondo Lgbt dagli anni ’60 ad oggi. Un lavoro e una testimonianza significativa e determinante perchè arriva all'osservatore senza filtri, in modo diretto e incisivo.

Un reportage all'interno dell'iconico locale ma anche un racconto fotografico dei volti e dell'atmosfera di questo pub di New York ancora oggi considerato il tempio per eccellenza del mondo Lgbt.

I ritratti delle persone incontrate al bar sono la chiave del lavoro di Fusco: diversi generi, a volte non chiaramente identificabili, mettono in luce l'irrilevanza stessa della differenza di genere poiché sono esseri umani quelli che guardiamo. 

Vito Fusco, fotografo ed attento esploratore di luoghi inediti, di volti e storie, attraverso le sue immagini omaggia quei moti di protesta che hanno dato il via alla prima vera rivoluzione della comunità Lgbt mondiale. Con i suoi scatti incisivi e netti restituisce appieno le testimonianze e i racconti dei suoi viaggi attraverso le fotografie.

Fusco, nasce in un paese della costiera amalfitana, luogo dell'anima, dove la suggestione dei paesaggi, dei contrasti di luce abbaglia ed esalta, ed è il fotografo ufficiale del "Positano Teatro Festival Premio Annibale Ruccello", amato dagli artisti per i suoi memorabili scatti di scena.

Momento chiave della sua formazione è stato l’incontro con uno dei maestri norvegesi della fotografia, Morten Krogvold, e della sua compagna di vita Tarand.

Successivamente, Vito Fusco ha seguito seminari e workshop per dedicarsi alla scrittura con la luce. Con il web designer Antonio Casola ha creato l'agenzia di comunicazione visiva Arkimedia lab.

Le sue opere, esposte in diverse mostre, sono state pubblicate anche sul "National Geographic Italia" e su "El Pais". Nel 2010 ha vinto il concorso indetto dalla Nikon.
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