Superfici lisce e prive di spessore materico nelle opere di Giuseppe Adamo: la mostra a Carini

La pittura di Giuseppe Adamo, da sempre svincolata dalle necessità di rappresentazione, si muove nel mistero dell’immagine, che di volta in volta apre ad infiniti significati, accompagnando il visitatore in un altrove fatto di memorie del regno minerale, vegetale. In una dimensione costituita di inganni che richiamano l’esperienza percettiva umana.
Il rapporto tra realtà percepita e realtà effettiva, in cui si è costantemente immersi, è sempre interdipendente dalle cause e dalle condizioni in cui si trovano i sensi e di riflesso la mente, e questo apre alle svariate facoltà di memoria, residua. Questa è una delle letture possibili delle immagini che Adamo crea in studio.
Pittore raffinato e tra i più apprezzabili della nuova scena pittorica siciliana, Adamo ragiona sul linguaggio pittorico libero da necessità narrative o di rappresentazione, muovendosi in un territorio di confine tra figurazione e astrazione.
Le sue opere prive di spessori materici trovano proprio nella superficie liscia il loro corpo di stratificazioni velate, originando una forte analogia tra i processi generativi della pittura e quelli psichici e della natura.
Il rapporto tra realtà percepita e realtà effettiva, in cui si è costantemente immersi, è sempre interdipendente dalle cause e dalle condizioni in cui si trovano i sensi e di riflesso la mente, e questo apre alle svariate facoltà di memoria, residua. Questa è una delle letture possibili delle immagini che Adamo crea in studio.
Pittore raffinato e tra i più apprezzabili della nuova scena pittorica siciliana, Adamo ragiona sul linguaggio pittorico libero da necessità narrative o di rappresentazione, muovendosi in un territorio di confine tra figurazione e astrazione.
Le sue opere prive di spessori materici trovano proprio nella superficie liscia il loro corpo di stratificazioni velate, originando una forte analogia tra i processi generativi della pittura e quelli psichici e della natura.
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