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Tris di opere sul palco del Teatro Massimo: Bartók e Schönberg nel progetto Ricci/Forte

  • Teatro Massimo - Palermo
  • 18, 20, 21, 25, 27 novembre 2018 (evento concluso)
  • 20.30 (18 e 27 novembre), 18.30 (20 e 21 novembre), 17.30 (25 novembre)
  • Da 14 a 85 euro
  • Biglietti acquistabili online o presso il botteghino del teatro (aperto dal martedì alla domenica dalle 09.30 alle 18.00). Info al numero 091 6053580
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La redazione

Il duo Ricci/Forte (Stefano Ricci e Gianni Forte) in uno scatto di Angelo Cricchi

Un tris di opere nella rilettura di due grandi della musica contemporanea: il progetto creativo Ricci/Forte, ovvero Stefano Ricci e Gianni Forte, dal 18 al 27 novembre calca le scene del Teatro Massimo di Palermo con tre capolavori di Arnold Schönberg e Béla Bartók.

Si inizia con l'esecuzione della "Musica di accompagnamento per una scena cinematografica" (Begleitmusik zu einer Lichtspielszene op. 34), una delle composizioni meno conosciute ed eseguite di Arnold Schönberg. L'opera fu commissionata al compositore nel 1929 dall'editore tedesco Heinrichshofen non per un'opera cinematografica realmente esistente, bensì come brano da utilizzare per una "ipotetica" colonna sonora.

Il secondo momento dell'allestimento è dedicato a "La mano felice" (Die glückliche Hand), dramma con musica in quattro quadri composto sempre da Schönberg tra i capolavori del teatro espressionista. Qui per la prima volta il compositore cura sia il libretto che la musica dell'opera, nei fatti tutto l'allestimento: dalla densità degli stumenti al movimento dei personaggi, dalle luci alle indicazioni riguardanti le scenografie e i movimenti registici. Nasce così un'opera di "teatro totale", non tanto nel senso wagneriano del termine, quanto nela necessità di comporre un'opera dal perfetto equilibrio.

Terzo e ultimo momento della messa in scena vede protagonista "Il castello del Principe Barbablù" (A Kékszakállú herceg vára), opera in un atto del compositore Béla Bartók che fa riferimento al breve dramma di Béla Balázs, ispirato al fiabesco personaggio.

Ricci/forte scelgono come ambientazione per le due opere il circo con i suoi "orrori" e con i suoi eccessi, i suoi lustrini e la spinta all’inseguimento di sempre nuovi record, con le scene di Nicolas Bovey, i costumi di Gianluca Sbicca, le luci di Pasquale Mari e i movimenti curati da Marta Bevilacqua.

Tema comune alle due opere è «un viaggio visionario verso la Notte, sulle capacità dell’Uomo di affrontare i fallimenti in relazione col mondo esterno e sul tentativo di porre fine alla sua solitudine. Un’esplorazione interiore in fondo all’anima in questa nostra epoca di massificazione della cultura, di organizzazione del consenso, di perdita di riferimenti esterni. Un horror in piena luce, una sottrazione di coscienza nel tentativo di affidarsi ciecamente al prestigio sociale e a un’altra persona per colmare il vuoto che ci abita. L’Uomo, creatura straordinaria ed enigmatica, tenta da millenni strategie di comunicazione con l’universo femminile, la Donna, ultima landa inespugnata da conquistare nell’approccio cognitivo».

 
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