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PROMO BALARM SCONTO 50% - Una paladina dei diritti civili: Antigone in scena all'alba e al tramonto al teatro antico di Segesta

  • Calatafimi Segesta Festival 2018 - Le Dionisiache
  • Teatro Antico di Segesta - Calatafimi-Segesta (Tp)
  • 26 agosto 2018 (evento concluso)
  • Primo spettacolo alle 5.00, in replica alle 19.15
  • 12 euro (con sconto promo Balarm), 23 euro (intero), 19 euro (ridotto under 18, studenti universitari, over 65, convenzione Unpli card)
  • È possibile acquistare i biglietti online oppure al botteghino del Festival a Segesta. Informazioni al numero 339 4935969.
Balarm
La redazione

L'attrice Jun Ichikawa (foto di Umberto Rustichelli)

Antigone è uno dei testi classici che più rappresenta l’essenza stessa del tragico. Domenica 26 agosto per la rassegna "Calatafimi Segesta Festival 2018 - Le Dionisiache" l'appuntamento è con un doppio appuntamento con il mito al teatro antico di Segesta, all'alba alle 5.00 e al tramonto alle 19.15. Porta la firma del regista Giuseppe Argirò e in scena ci sono Jun Ichikawa, Maurizio Palladino, Renato Campese, Maria Cristina Fioretti, Carmen Di Marzo, Silvia Falabella e Filippo Velardi.

PROMO BALARM. Il Calatafimi Segesta Festival in collaborazione esclusiva con Balarm offre ai lettori la possibilità di assistere ai due spettacoli con uno sconto di quasi il 50% sul costo intero del biglietto: 12 euro (invece che 23).

Per ottenere lo sconto sui 40 biglietti disponibili è necessario inviare un Sms o un messaggio WhatsApp al numero 339 4935969, entro le ore 16.00 di domenica 26 agosto, specificando "PROMO ANTIGONE". All'interno del messaggio devono essere riportati i nomi e cognomi (quindi anche più persone) di coloro che desiderano lo sconto. 
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L'organizzazione provvederà immediatamente a inviare una conferma con tutte le indicazioni necessarie per acquistare i biglietti scontati direttamente al botteghino del Festival un giorno prima o il giorno stesso dello spettacolo.

La giovane protagonista della tragedia sofoclea, si ostina a voler seppellire il corpo del fratello Polinice, contro la volontà dello zio Creonte, che ne vuole punire il tradimento. Polinice si è schierato infatti contro la sua stessa città e ha trovato la morte in un duello fratricida con Eteocle.

Antigone, che difende i vincoli di sangue e le ragioni della pietà familiare, si scontra con l’ottusità della ragione di Stato, incarnando il diritto “naturale” contro quello “positivo”, rappresentando l’ideale dell’eroina tragica, capace di andare incontro al suo destino con consapevolezza e lucidità. Ancora una volta i Greci ci parlano da lontano e tracciano la via che unisce passato e presente. Da questa convinzione parte il progetto scenico di Giuseppe Argirò che afferma il valore della riscrittura del tragico nel novecento.

Attentissimo il regista ad evitare tutto questo: la sua riscrittura dei classici greci, con l’Orestea di Eschilo, completa nella sua Trilogia, seguita, con un tuffo nel grande teatro classico Latino, da Le Troiane di Seneca (in entrambi i casi protagonista la straordinaria Cinzia Maccagnano), precisa, puntuale, ben calibrata, culmina adesso con la riscrittura del classico per eccellenza: Antigone di Sofocle.

La drammaturgia infatti risulta composita: partendo da Sofocle, arriva ai luoghi contemporanei segnati dalla guerra. Antigone combatte la sopraffazione, l’abuso;  e rappresenta l’elogio della disobbedienza, come nella riproposizione di Anouilh; o diviene l’emblema della scelta come in “Fuochi” della Yourcenar.

In ogni caso, la principessa tebana è una paladina dei diritti civili e ne combatte ogni violazione. Con l’eroina sofoclea assistiamo alla storicizzazione dell’individuo e delle sue decisioni: Antigone è sostanza etica pura come sosterrà Hegel e come verrà ribadito nello studio di  George Steiner “Le Antigoni”.

Lo spettacolo, quindi, affronta il tema dei diritti umani, della pena di morte e del coraggio di lottare per sovvertire le regole ingiuste con la disobbedienza civile.
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