Una storia d'amore e gelosia diretta da Roberto Spicuzza: "Fiat Voluntas Dei" in scena al Teatro Orione
Come Romeo e Giulietta, ma con un lieto fine: va in scena al Teatro Orione di Palermo "Fiat Voluntas Dei", commedia brillante in tre atti scritta da Giuseppe Macrì nei primi anni del Novecento.
Diretta e interpretata da Roberto Spicuzza, insieme a lui sul palco danno vita a quello che è considerato uno dei grandi classici del teatro dialettale siciliano gli attori Claudio Petrì, Rosie Lo Bianco, Baldo Ruvolo, Donatella Collura, Dario Mantione, Elisabetta Inzerillo, Toti Villa, Davide Bacino, Fabiola Rigano e Giuseppe Sciarrino.
La trama della pièce si snoda attorno alla figura di padre Attanasio, sempliciotto e pavido parroco di provincia dai modi piuttosto grossolani, forte con i deboli, debole con i forti, costretto suo malgrado a dirimere l’intreccio amoroso tra i due giovani Paolino e Anna, osteggiato per diversi motivi dalle rispettive famiglie.
Se da una parte Mara, cugina del promesso sposo, ha infatti ancora nostalgia del flirt intrattenuto in passato con il giovane, nonostante le ire del marito Don Vincenzino, dall’altra il rude ma arricchito Don Girolamo, macellaio e padre di Anna, non intende concedere la mano della figlia a un giovane appartenente a una famiglia di censo inferiore nonostante la vanità di Don Gaetano e della moglie Barbara.
Ma, come in ogni "favola" che si rispetti, alla fine "vissero tutti felici e contenti": i due giovani coronano il loro sogno d’amore mentre padre Attanasio riesce a soddisfare i suoi appetiti culinari.
Diretta e interpretata da Roberto Spicuzza, insieme a lui sul palco danno vita a quello che è considerato uno dei grandi classici del teatro dialettale siciliano gli attori Claudio Petrì, Rosie Lo Bianco, Baldo Ruvolo, Donatella Collura, Dario Mantione, Elisabetta Inzerillo, Toti Villa, Davide Bacino, Fabiola Rigano e Giuseppe Sciarrino.
La trama della pièce si snoda attorno alla figura di padre Attanasio, sempliciotto e pavido parroco di provincia dai modi piuttosto grossolani, forte con i deboli, debole con i forti, costretto suo malgrado a dirimere l’intreccio amoroso tra i due giovani Paolino e Anna, osteggiato per diversi motivi dalle rispettive famiglie.
Se da una parte Mara, cugina del promesso sposo, ha infatti ancora nostalgia del flirt intrattenuto in passato con il giovane, nonostante le ire del marito Don Vincenzino, dall’altra il rude ma arricchito Don Girolamo, macellaio e padre di Anna, non intende concedere la mano della figlia a un giovane appartenente a una famiglia di censo inferiore nonostante la vanità di Don Gaetano e della moglie Barbara.
Ma, come in ogni "favola" che si rispetti, alla fine "vissero tutti felici e contenti": i due giovani coronano il loro sogno d’amore mentre padre Attanasio riesce a soddisfare i suoi appetiti culinari.
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