Velature e nebbiosità spingono l'osservatore a guardare avanti: i paesaggi immersi nel nulla di Samantha Torrisi
Particolare di "A un passo di azzurro", olio su tela (2019) di Samanta Torrisi
Nelle opere di Samantha Torrisi, artista di ragguardevole mestiere e carriera che vive e lavora alle pendici dell'Etna, emergono con forza tutte quelle sollecitazioni visive e psicologiche determinate dall'ambiente circostante, trasformate in fonte di energia creativa.
Dal 30 novembre al 29 dicembre la Galleria Giuseppe Veniero Project di Palermo ospita la personale dal titolo "Dell'infinito il nulla", a cura di Francesco Piazza, nel quale la figura dell'uomo aleggia immateriale lasciando orme del suo passaggio, odore, tracce invisibili e interrogativi esistenziali in un unico nastro narrativo.
In mostra dieci opere che rappresentano una piccola parte del suo lavoro sul paesaggio che è soprattutto una riflessione introspettiva e intimistica dell'esistenza umana.
«L’artista - scrive il curatore della mostra Francesco Piazza - declina il tema del paesaggio attraverso momenti e situazioni differenti e non categorizzabili. Non esiste ridondanza nei suoi dipinti ed il rapporto tra gli elementi è dialogante ed eloquente nella sua estrema sintesi lessicale e nella velocità di percezione.
Tutti i codici della pittura di Samantha Torrisi sembrano generare un'immagine capace di adattarsi agli interstizi di una memoria minata da un lungo sonno o ad un piccolo shock cerebrale.
Un'immagine filtrata da passaggi mnemonici che ne scalfiscono i dettagli, in favore di una memoria collettiva ricostruita tassello dopo tassello, finalmente lontana da ogni desiderio di verità.
Samantha Torrisi, dunque, è un'artista capace di attraversare sapientemente l’intero spettro cromatico con delicatezza ed eleganza, donando al pubblico inquadrature filmiche registrate su una pellicola quanto mai polverosa.
Dal 30 novembre al 29 dicembre la Galleria Giuseppe Veniero Project di Palermo ospita la personale dal titolo "Dell'infinito il nulla", a cura di Francesco Piazza, nel quale la figura dell'uomo aleggia immateriale lasciando orme del suo passaggio, odore, tracce invisibili e interrogativi esistenziali in un unico nastro narrativo.
In mostra dieci opere che rappresentano una piccola parte del suo lavoro sul paesaggio che è soprattutto una riflessione introspettiva e intimistica dell'esistenza umana.
«L’artista - scrive il curatore della mostra Francesco Piazza - declina il tema del paesaggio attraverso momenti e situazioni differenti e non categorizzabili. Non esiste ridondanza nei suoi dipinti ed il rapporto tra gli elementi è dialogante ed eloquente nella sua estrema sintesi lessicale e nella velocità di percezione.
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Ogni scena sembra sfuggire; nessuna fissità, nessun fermo immagine anzi, sembra quasi che ad uno sguardo successivo essa possa scivolare via sostituita da un’altra, simile ma traslata nel tempo. In questo risiede la potenza comunicativa della sua pittura in cui anche la figura umana, quasi una presenza accidentale, sfuggevole e sperduta, non è quasi mai protagonista sebbene, paradossalmente, proprio la sua esistenza ne sia la spinta generatrice». Tutti i codici della pittura di Samantha Torrisi sembrano generare un'immagine capace di adattarsi agli interstizi di una memoria minata da un lungo sonno o ad un piccolo shock cerebrale.
Un'immagine filtrata da passaggi mnemonici che ne scalfiscono i dettagli, in favore di una memoria collettiva ricostruita tassello dopo tassello, finalmente lontana da ogni desiderio di verità.
Samantha Torrisi, dunque, è un'artista capace di attraversare sapientemente l’intero spettro cromatico con delicatezza ed eleganza, donando al pubblico inquadrature filmiche registrate su una pellicola quanto mai polverosa.
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