Violenza mediatica: incontro con le giornaliste siciliane al Teatro Montevergini
Appuntamento sabato 16 novembre al teatro Montevergini di Palermo con l'incontro sulla violenza mediatica, con le giornaliste Marina turco - Tgs, Tiziana Martorana - Rai, Raffaella Daino - Sky e Sandra Figliuolo - Giornale di Sicilia.
Violenza non è soltanto esercitare coercizione e sottomissione fisica. Violenza è non riconoscere una soggettività altra, costringerla alla colpevolezza e all’inferiorità attraverso il linguaggio, sottendere un universo di immagini e simboli con forti ripercussioni nel quotidiano. La tradizione della narrazione androcentrica, d’altronde, non nasce oggi.
È arrivato il momento di prendere le distanze e attaccare chi utilizza una narrazione tossica a danno delle donne vittime di violenza maschile per divulgare un fatto di cronaca. La responsabilità etica di trasmissione della conoscenza è nelle mani degli addetti alla diffusione dell’informazione e della cultura e per questo bisogna porre ai margini chi strumentalizza, con insinuazioni e aforismi, un opprimente atto di possesso.
"Vittima di un amore criminale", "Uccisa da un raptus", "Il gigante buono e quell'amore non corrisposto" sono solo alcuni dei titoli che hanno descritto fatti recenti di violenza. Di tutto questo se ne discute con alcune giornaliste palermitane ,che insieme ad altre donne e uomini del mondo della comunicazione, attiviste e attivisti, hanno deciso di prendere posizione contro la violenza mediatica.
Violenza non è soltanto esercitare coercizione e sottomissione fisica. Violenza è non riconoscere una soggettività altra, costringerla alla colpevolezza e all’inferiorità attraverso il linguaggio, sottendere un universo di immagini e simboli con forti ripercussioni nel quotidiano. La tradizione della narrazione androcentrica, d’altronde, non nasce oggi.
È arrivato il momento di prendere le distanze e attaccare chi utilizza una narrazione tossica a danno delle donne vittime di violenza maschile per divulgare un fatto di cronaca. La responsabilità etica di trasmissione della conoscenza è nelle mani degli addetti alla diffusione dell’informazione e della cultura e per questo bisogna porre ai margini chi strumentalizza, con insinuazioni e aforismi, un opprimente atto di possesso.
"Vittima di un amore criminale", "Uccisa da un raptus", "Il gigante buono e quell'amore non corrisposto" sono solo alcuni dei titoli che hanno descritto fatti recenti di violenza. Di tutto questo se ne discute con alcune giornaliste palermitane ,che insieme ad altre donne e uomini del mondo della comunicazione, attiviste e attivisti, hanno deciso di prendere posizione contro la violenza mediatica.
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