Escursione del Wwf nella storia e nella natura sulla cima di capo Zafferano
Raggiunta la base del promontorio di Capo Zafferano, si lasceranno le auto e s’inizierà la salita lungo il vecchio sentiero, ancora agibile anche se poco frequentato, che conduce ad un fabbricato diruto posto sulla cima. Questo fabbricato era un ricovero per chi si recava lassù con il compito di controllare i due golfi, di Palermo e di Termini Imerese.
Il Capo Zafferano, sebbene aspro, ripidissimo e inespugnabile dal lato mare, sul suo lato sud-ovest presenta invece un’agevole via d’accesso alla cima consistente in questo antico sentiero che si snoda tra alcuni terrazzamenti e passa su un piccolo ponticello. Ovviamente, raggiunta la cima, il panorama è mozzafiato. La vegetazione che s’incontra è tipica dei promotori del Mesozoico del palermitano, come Monte Pellegrino, con l’associazione tra olivastro ed euforbie arboree, e molte piante rupicole, endemiche e non, sulle pareti rocciose.
Discesi dalla cima di Capo Zafferano dallo stesso sentiero, si avrà tempo per recarsi al faro a piedi, lungo la stradella asfaltata, osservando la vegetazione delle pareti nord-orientali, l’edicola votiva della Madonna del Lume, e lo spettacolare scoglio di Capo Zafferano, localmente chiamato lo scarpone. Sulla via del ritorno in auto potremo anche fare una breve sosta al popolamento di quercia spinosa alle pendici settentrionali di monte Catalfano. Si rientra a Palermo intorno alle ore 18.
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