Visita a Palazzo Mirto, collezioni e segreti della nobiltà palermitana
Palazzo Mirto, a Palermo
Sono 110 luoghi di Palermo di interesse storico e artistico aperti alle visite guidate per "Le vie dei tesori" (visualizza l'articolo di approfondimento), che giunge alla sua undicesima edizione e dal 29 settembre al 29 ottobre apre le porte dei luoghi d'arte di Palermo, di quelli dimenticati e di quelli normalmente chiusi.
Domenica 1 ottobre sarà possibile visitare Palazzo Mirto. Il palazzo testimonia le abitudini quotidiane della nobiltà. È stato per quattro secoli la dimora della famiglia Filangeri, di origini normanne.
Il titolo di Mirto viene attribuito al casato attraverso Giuseppe Filangeri De Spuches, nominato nel 1643 “primo principe di Mirto”. Nel 1982, l’ultima erede, Maria Concetta Lanza Filangeri, dona il palazzo alla Regione Sicilia.
Oggi è un museo, con collezioni come quella delle carrozze Martorana Genuardi e una splendida fontana sulla terrazza interna. Tra i gioielli un salottino ottocentesco, in corso di restauro grazie alle Vie dei Tesori, e il salottino Diana: una nicchia girevole con la statua di Apollo cela un passaggio segreto, dove pare si nascondesse un servitore del principe per origliare i discorsi dei commensali.
Domenica 1 ottobre sarà possibile visitare Palazzo Mirto. Il palazzo testimonia le abitudini quotidiane della nobiltà. È stato per quattro secoli la dimora della famiglia Filangeri, di origini normanne.
Il titolo di Mirto viene attribuito al casato attraverso Giuseppe Filangeri De Spuches, nominato nel 1643 “primo principe di Mirto”. Nel 1982, l’ultima erede, Maria Concetta Lanza Filangeri, dona il palazzo alla Regione Sicilia.
Oggi è un museo, con collezioni come quella delle carrozze Martorana Genuardi e una splendida fontana sulla terrazza interna. Tra i gioielli un salottino ottocentesco, in corso di restauro grazie alle Vie dei Tesori, e il salottino Diana: una nicchia girevole con la statua di Apollo cela un passaggio segreto, dove pare si nascondesse un servitore del principe per origliare i discorsi dei commensali.
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