Visita guidata alla Collezione strumenti antichi del dipartimento di Fisica
All'interno della settima edizione di “Esperienza inSegna”, la manifestazione dedicata al mondo della scienza, è in programma una visita guidata alla Collezione strumenti antichi del dipartimento di Fisica.
L'Istituto di Fisica della Università di Palermo possiede una ricca collezione di strumenti scientifici i cui esemplari più antichi, pochi in verità, risalgono agli inizi del XIX secolo. Tale collezione, costituita da circa 450 pezzi e custodita in grandi vetrine di pino pece coeve alla costruzione dell'edificio, si è accumulata nel tempo a partire dal 1811, data in cui Domenico Scinà ottenne la sospirata "proprietà" della cattedra di Fisica Sperimentale.
È infatti all'impulso dato dallo Scinà all'insegnamento della Fisica presso l'ateneo palermitano, che si deve un notevole aumento dell'acquisto di strumenti destinati principalmente a fornire l'indispensabile sussidio didattico-dimostrativo alle lezioni ex cattedra del professore. A tale categoria appartengono strumenti quali il doppio cono, e il cilindro impiombato che salgono su/piano inclinato, o la bella sfera armillare in ottone quasi certamente costruita dal "meccanico" inglese Henry Drechsler, allievo a Londra del celeberrimo Jesse Ramsden, che segui a Palermo Giuseppe Piazzi, fondatore dell'Osservatorio Astronomico di Palermo (1790), e che proprio a Palermo fondò una delle prime officine di strumenti scientifici dell'isola.
Sempre fra gli strumenti più antichi è degno di particolare menzione lo Strumento di Caruso per dimostrare la legge della refrazione della luce, costruito dal meccanico dell'Istituto Rosario Caruso nel 1843 su indicazione di Domenico Ragona Scinà. Esso rappresenta infatti un momento di saldatura fra la acquisizione di strumenti puramente dimostrativi e di strumenti di ricerca. Il Ragona infatti immaginò questo strumento nel corso delle sue ricerche di ottica e lo descrisse nel suo lavoro Delle leggi fondamentali della refrazione, e dell'angolo limite in generale pubblicato a Palermo nel 1844.
È infatti all'impulso dato dallo Scinà all'insegnamento della Fisica presso l'ateneo palermitano, che si deve un notevole aumento dell'acquisto di strumenti destinati principalmente a fornire l'indispensabile sussidio didattico-dimostrativo alle lezioni ex cattedra del professore. A tale categoria appartengono strumenti quali il doppio cono, e il cilindro impiombato che salgono su/piano inclinato, o la bella sfera armillare in ottone quasi certamente costruita dal "meccanico" inglese Henry Drechsler, allievo a Londra del celeberrimo Jesse Ramsden, che segui a Palermo Giuseppe Piazzi, fondatore dell'Osservatorio Astronomico di Palermo (1790), e che proprio a Palermo fondò una delle prime officine di strumenti scientifici dell'isola.
Sempre fra gli strumenti più antichi è degno di particolare menzione lo Strumento di Caruso per dimostrare la legge della refrazione della luce, costruito dal meccanico dell'Istituto Rosario Caruso nel 1843 su indicazione di Domenico Ragona Scinà. Esso rappresenta infatti un momento di saldatura fra la acquisizione di strumenti puramente dimostrativi e di strumenti di ricerca. Il Ragona infatti immaginò questo strumento nel corso delle sue ricerche di ottica e lo descrisse nel suo lavoro Delle leggi fondamentali della refrazione, e dell'angolo limite in generale pubblicato a Palermo nel 1844.
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