"Vite sospese": mostra fotografica di Camilla Macciani con il contributo dei ragazzi del centro di Santa Cristina Gela
 
											Foto di Camilla Macciani per il progetto "Vite sospese: sguardi nella quotidianità di un centro di accoglienza"
					La mostra "Vite sospese: sguardi nella quotidianità di un centro di accoglienza" nasce dalla volontà della fotografa e studentessa Camilla Macciani, di proporre una diversa narrazione dei centri di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati, adottando una prospettiva che indaga da vicino la vita che si svolge al loro interno e le esperienze di chi vi abita.
Nell’estate 2018 entra in contatto con il centro SPRAR per minori di Santa Cristina Gela, un paese di circa 1000 abitanti in provincia di Palermo, che le permette di conoscere e raffigurare da vicino la quotidianità dei ragazzi minori che vivono all’interno del centro, in attesa di ottenere i documenti o di raggiungere la maggiore età.
Vivere per alcuni mesi la quotidianità di alcuni ragazzi del centro di Santa Cristina le ha permesso di osservare uno spazio di sospensione e precarietà, segnato anche da momenti di gioia e spensieratezza. Tuttavia, questo sentimento di precarietà risulta ancor più accentuato a causa dell’entrata in vigore del Decreto sicurezza e del clima generale di intolleranza che va diffondendosi in Italia.
Per rappresentare queste molteplici sfumature, nonché favorire anche la prospettiva dei ragazzi stessi, la mostra affianca, agli scatti di Camilla Macciani, anche quelli di alcuni ragazzi del centro, cercando di costruire un dialogo tra le due prospettive.
				
									Nell’estate 2018 entra in contatto con il centro SPRAR per minori di Santa Cristina Gela, un paese di circa 1000 abitanti in provincia di Palermo, che le permette di conoscere e raffigurare da vicino la quotidianità dei ragazzi minori che vivono all’interno del centro, in attesa di ottenere i documenti o di raggiungere la maggiore età.
Vivere per alcuni mesi la quotidianità di alcuni ragazzi del centro di Santa Cristina le ha permesso di osservare uno spazio di sospensione e precarietà, segnato anche da momenti di gioia e spensieratezza. Tuttavia, questo sentimento di precarietà risulta ancor più accentuato a causa dell’entrata in vigore del Decreto sicurezza e del clima generale di intolleranza che va diffondendosi in Italia.
Per rappresentare queste molteplici sfumature, nonché favorire anche la prospettiva dei ragazzi stessi, la mostra affianca, agli scatti di Camilla Macciani, anche quelli di alcuni ragazzi del centro, cercando di costruire un dialogo tra le due prospettive.
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