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A Castelvetrano un tesoro nascosto: San Domenico è "La Cappella Sistina" di Sicilia

È uno degli esempi più significativi di quel Manierismo siciliano che preannuncia l’imminente Barocco: eretta nel 1470, si trova in piazza Regina Margherita

Balarm
La redazione
  • 6 dicembre 2018

"L'albero di Jesse" a San Domenico (Castelvetrano)

La monumentale chiesa di San Domenico è un’opera fondamentale per la storia dell'architettura siciliana: è chiamata la “Sistina di Sicilia” ed è uno degli esempi più significativi di quel Manierismo siciliano che precede la voga Barocca.

San Domenico e il convento dei predicatori sono un unico complesso monumentale e si trovano in piazza Regina Margherita a Castelvetrano.

L'aggregato è stato edificato nel 1470 per volere di Giovan Vincenzo Tagliavia, signore della città: conosciamo la data grazie a una iscrizione (oggi non più esistente) documentata sulla porta d'ingresso.

Il 20 aprile del 1487 Papa Innocenzo VIII concesse a Nino III Tagliavia il permesso di edificare un convento domenicano accanto alla Cappella di Santa Maria di Gesù, primo insediamento.

Di pregio sono il senza dubbio il cappellone dell’altare maggiore e la cappella del coro, decorati da Antonino Ferraro da Giuliana.
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Le opere d’arte custodite nella chiesa sono davvero molte: tra queste un sarcofago in marmo bianco con un cavaliere disteso con la testa in riposo sul braccio destro che raffigura Ferdinando Tagliavia e Aragona, figlio del committente della chiesa.

Entrando si viene accolti dalla navata principale, caratterizzata da volte a crociera e dotata di cappellone e di due navate laterali dalle quali partono dieci cappelle. La luce all'interno è maestosa, grazie a delle finestre decorate con ornamenti in stucco.

Gli ambienti sono ricchi e sfarzosi: presentano elementi scultorei e pittorici delle Promesse, delle Profezie, delle Prefigurazioni di Cristo, dei Misteri gaudiosi, dei Misteri gloriosi, dei Misteri dolorosi e sono presenti anche frammenti di pavimento maiolicato cinquecentesco e quello marmoreo del piano dell'altare.

Da notare senza dubbio il presbiterio, arricchito con la dinamica composizione dell'Albero di Jesse e Arco gotico, dietro cui si apre la Cappella del Coro.

Proprio l'albero di Jesse (nella foto) è un grandioso manufatto in stucco che raffigura l'Albero di Jesse: l'albero genealogico che parte da Jesse, padre di re Davide, e argomenta la discendenza che porta fino alla Vergine Maria che si trova quindi in cima all'albero.

Nel mistero dell'Incarnazione Jesse è sdraiato con il braccio sinistro che sorregge il tronco di un albero sui cui rami sono rappresentati i dodici re della tribù di Giuda. e sotto di lui due iscrizioni tratte dall'antico Testamento.

E non solo: all'interno della Cappella della Madonna di Loreto ecco documentata la statua in marmo della Madonna di Loreto a opera dello scultore Francesco Laurana.

La chiesa, nata come mausoleo della famiglia Aragona - Tagliavia, presenta anche una cappella di famiglia che era utilizzata per le cerimonie private.

L'intero complesso è stato danneggiato nel 1968 dal terremoto del Belice ma lunghi e attenti cantieri hanno permesso il ripristino delle opere lesionate.

L'esterno: il prospetto è realizzato con conci di arenaria a vista, il portale presenta un timpano triangolare retto da architrave che poggia su lesene con capitelli corinzi, al centro c'è una finestra con balaustra attorno alla quale sono ancora visibili i segni della presenza di due archi, oggi non più visibili.
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