È uno degli esempi più significativi di quel Manierismo siciliano che preannuncia l’imminente Barocco: eretta nel 1470, si trova in piazza Regina Margherita
La monumentale chiesa di San Domenico è un’opera fondamentale per la storia dell'architettura siciliana: è chiamata la “Sistina di Sicilia” ed è uno degli esempi più significativi di quel Manierismo siciliano che precede la voga Barocca.
San Domenico e il convento dei predicatori sono un unico complesso monumentale e si trovano in piazza Regina Margherita a Castelvetrano.
L'aggregato è stato edificato nel 1470 per volere di Giovan Vincenzo Tagliavia, signore della città: conosciamo la data grazie a una iscrizione (oggi non più esistente) documentata sulla porta d'ingresso.
Il 20 aprile del 1487 Papa Innocenzo VIII concesse a Nino III Tagliavia il permesso di edificare un convento domenicano accanto alla Cappella di Santa Maria di Gesù, primo insediamento.
Di pregio sono il senza dubbio il cappellone dell
’altare maggiore e la
cappella del coro, decorati da Antonino Ferraro da Giuliana.
Le opere d’arte custodite nella chiesa sono davvero molte: tra queste un sarcofago in marmo bianco con un cavaliere disteso con la testa in riposo sul braccio destro che raffigura Ferdinando Tagliavia e Aragona, figlio del committente della chiesa.
Entrando si viene accolti dalla navata principale, caratterizzata da volte a crociera e dotata di cappellone e di due navate laterali dalle quali partono
dieci cappelle.
La luce all'interno è maestosa, grazie a delle finestre decorate con ornamenti in stucco.
Gli ambienti sono ricchi e sfarzosi: presentano elementi scultorei e pittorici delle Promesse, delle Profezie, delle Prefigurazioni di Cristo, dei Misteri gaudiosi, dei Misteri gloriosi, dei Misteri dolorosi e sono presenti anche frammenti di pavimento maiolicato cinquecentesco e quello marmoreo del piano dell'altare.
Da notare senza dubbio il presbiterio, arricchito con la
dinamica composizione dell'Albero di Jesse e Arco gotico, dietro cui si apre la Cappella del Coro.
Proprio l'albero di Jesse (nella foto) è un grandioso manufatto in stucco che raffigura l'Albero di Jesse:
l'albero genealogico che parte da Jesse, padre di re Davide, e argomenta la discendenza che porta fino alla Vergine Maria che si trova quindi in cima all'albero.
Nel mistero dell'Incarnazione Jesse è sdraiato con il braccio sinistro che sorregge il tronco di un albero sui cui rami sono rappresentati i
dodici re della tribù di Giuda. e sotto di lui due iscrizioni tratte dall'antico Testamento.
E non solo: all'interno della Cappella della Madonna di Loreto ecco documentata la statua in marmo della Madonna di Loreto a opera dello scultore
Francesco Laurana.
La chiesa, nata come mausoleo della famiglia Aragona - Tagliavia, presenta anche una cappella di famiglia che era utilizzata per le cerimonie private.
L'intero complesso è stato danneggiato nel 1968 dal terremoto del Belice ma lunghi e attenti cantieri hanno permesso il ripristino delle opere lesionate.
L'esterno: il prospetto è realizzato con
conci di arenaria a vista, il portale presenta un timpano triangolare retto da architrave che poggia su lesene con capitelli corinzi, al centro c'è una finestra con balaustra attorno alla quale sono ancora visibili i segni della presenza di due archi, oggi non più visibili.