CRONACA

HomeNewsAttualitàCronaca

A20, riapre un tratto (strategico) per la Sicilia: ti porta vicino a Palermo, quale

Un’autostrada che dialoga con i territori, li collega, ne accompagna lo sviluppo e protegge chi la percorre. L'intervista all'ingegnere che dirige i lavori

Federica Dolce
Avvocato e scrittrice
  • 4 luglio 2025

Dal 7 luglio 2025 la Sicilia compie un altro passo concreto verso il rinnovamento della sua rete viaria: riapre al traffico, in direzione Palermo, il tratto dell’autostrada A20 tra Cefalù e Buonfornello, un segmento di appena 1,5 km ma dal valore strategico altissimo.

Al suo interno si trovano tre viadotti fondamentali – Farinella, Pianenuove e Calzata – che da quella data tornano pienamente operativi grazie a un intervento tecnico che segna un punto di svolta per la sicurezza degli utenti dell’isola.

Non si tratta solo di un’opera ingegneristica, ma di un simbolo: della volontà della Sicilia di rialzarsi, di dotarsi finalmente d’infrastrutture moderne, sicure e connesse con l’Europa.

I lavori, condotti dal Consorzio per le Autostrade Siciliane sotto la direzione dell’Ingegnere Salvatore Volo, – esperto di infrastrutture viarie e dottore di ricerca nel settore – hanno riguardato non solo il rifacimento strutturale dei cordoli dei viadotti ma anche l’adozione dei più moderni standard di sicurezza, inclusa l’installazione di barriere ad alto livello di contenimento, varchi apribili per i mezzi di emergenza, attenuatori d’urto.

L’intervento s’inserisce in un progetto di più ampio respiro: riqualificare l’intero asse Cefalù-Buonfornello in direzione Palermo, una delle tratte più trafficate e, al tempo stesso, più complesse dal punto di vista strutturale.

A essere completato è dunque un segmento chiave di circa 12 km, ad eccezione del viadotto Roccella, il più esteso della tratta, sul quale proseguiranno anche durante l’estate gli interventi di consolidamento e ripristino.

Una scelta non banale: lavorare nei mesi di punta del traffico richiede una gestione intelligente dei cantieri, con l’obiettivo di ridurre al minimo i disagi e garantire sempre condizioni di sicurezza.

Indubbiamente sicurezza e innovazione rendono, in questa fase, questo progetto un cantiere modello. Infatti, i lavori realizzati dal Consorzio Stabile SAC Costruzioni di Benevento, azienda specializzata nei dispositivi di sicurezza stradale, hanno previsto l’installazione di barriere ad alto contenimento, il rifacimento dei terminali e delle transizioni e la creazione di varchi apribili per i mezzi di emergenza.

Non si tratta semplicemente di una manutenzione ordinaria, ma di un’azione sistemica, che guarda agli standard europei più avanzati in materia di sicurezza viaria.

Il sesto Stato Avanzamento Lavori, aggiornato all’11 giugno 2025, offre uno spaccato chiaro dell’entità dell’intervento. Su un totale di circa 41 km di nuove barriere da installare tra Buonfornello e Cefalù (in entrambe le direzioni), sono già operative oltre il 70% dei dispositivi.

In particolare, risultano completati circa 12 km in direzione Palermo su un totale di 18, e 17 km in direzione Messina su 23. Si tratta di barriere ad alte prestazioni (classe H4) già in esercizio su viadotti e margini laterali: dispositivi in grado di contenere anche mezzi pesanti, pensati per la sicurezza del traffico commerciale e turistico che interessa intensamente questa arteria.

«La messa in sicurezza del tratto Cefalù–Buonfornello della A20 rappresenta senza dubbio un passaggio cardine per l’intero asse tirrenico siciliano – spiega Volo –.

Questo tratto, inserito nella storica autostrada Messina–Palermo, evidenzia tutte le criticità tipiche delle grandi infrastrutture realizzate in epoche in cui le normative tecniche, le conoscenze specialistiche sui dispositivi di ritenuta e geotecniche erano profondamente diverse rispetto agli standard attuali.

Oggi, l’adozione sistematica di barriere di ultima generazione e dei dispositivi di scambio carreggiata costituisce un approccio integrato alla sicurezza stradale, in grado non solo di proteggere gli utenti, ma anche di garantire flessibilità e continuità operativa in caso di eventi straordinari».

Il tratto rientra in un progetto di riqualificazione più ampio, che comprende circa 25 km (andata e ritorno), tra Cefalù e Buonfornello. L’unico viadotto ancora in lavorazione in direzione Palermo è il Roccella, sul quale i cantieri resteranno aperti anche durante l’estate, con una pianificazione che punta a ridurre al minimo i disagi, soprattutto in vista del picco turistico.

E proprio al turismo guarda questo intervento. Cefalù è una delle mete più ambite del Mediterraneo: le sue spiagge, la cattedrale patrimonio UNESCO, il centro storico arabo-normanno attirano ogni anno centinaia di migliaia di visitatori.

Garantire un accesso fluido e sicuro a questo territorio è una priorità economica e sociale. Ulteriori lavori previsti per l’estate 2025 – in particolare nei segmenti residui in direzione Palermo – riguarderanno i terminali di transizione, i varchi per l’accesso dei mezzi di emergenza e la segnaletica complementare.

Tutti elementi fondamentali per concludere il progetto nel rispetto delle normative UNI EN 1317, con dispositivi testati, certificati CE e pensati anche in ottica di manutenzione efficiente: il profilo zincato modulare "BL-1", ad esempio, consente la sostituzione dei soli tratti danneggiati in caso di urto, abbattendo tempi e costi.

Come sottolinea il Direttore dei Lavori, Salvatore Volo: «Con questo cantiere stiamo portando lo standard di sicurezza dell’A20 ai livelli più avanzati della rete transeuropea. A lavori ultimati, automobilisti e autotrasportatori potranno contare su una protezione continua sull’intera tratta fra Cefalù e Buonfornello».

Dunque l’apertura del tratto s’inserisce inoltre in una più ampia strategia di connessione logistica. Come sottolinea l’Ing. Volo: «L’apertura (giugno 2025) del nuovo terminal container di Termini Imerese è pensata proprio per alleggerire Palermo e favorire l’interscambio nave-gomma-ferro alle porte dell’autostrada A19.

Con i nuovi portali ITS sarà tecnicamente possibile introdurre tariffe incentivanti per l’uso notturno o per i veicoli a basse emissioni, oltre a controllare lo scambio delle carreggiate tramite sistemi di automazione sui nuovi varchi». Si tratta, insomma, di un nuovo modello di autostrada.

Una rete non più solo fisica ma intelligente, capace di dialogare con l’ambiente e con i viaggiatori. L’obiettivo? Trasformare la A20 in una Smart Road all’avanguardia, sul modello sperimentato da ANAS sulla autostrada A2 Salerno-Reggio Calabria.

«Immaginiamo una rete di sensori distribuiti ogni cinquecento metri: anemometri sui viadotti più esposti, pluviometri e termocamere all’imbocco delle gallerie, accelerometri installati sotto gli impalcati – spiega ancora l’ingegnere Volo –.

Tutti questi dati confluiranno nel COV di Buonfornello, dove un digital twin incrocerà meteo, traffico e stato strutturale. Se un fronte di scirocco supera i settanta chilometri orari sul viadotto Imera, il sistema può chiudere automaticamente i varchi d’accesso, abbassare il limite a sessanta e deviare i mezzi pesanti sull’itinerario interno in meno di mezzo minuto».

Il concetto di "strada intelligente" non è più futuro ma presente. E la Sicilia vuole esserci, in prima linea. Il cantiere del tratto Cefalù–Buonfornello ha rappresentato anche un esempio virtuoso sotto il profilo della sicurezza e della gestione: lavori proseguiti anche durante i mesi estivi, rispetto del cronoprogramma e installazione di dispositivi all’avanguardia certificati UNI EN 1317.

A confermare la visione proiettata nel futuro è la chiusura dell’intervista all’ingegnere Volo, che guarda avanti con determinazione: «La vera svolta comincia adesso, quando la “carrozzeria” dell’infrastruttura è stata finalmente riportata agli standard più elevati; a breve finalmente si potrà lavorare sul suo "software".

Il tratto Cefalù–Buonfornello è un banco di prova ideale per le prime autostrade siciliane digitali ed energeticamente evolute. In sostanza, potrebbe diventare un living lab: un pezzo di autostrada, dove sperimentare sensoristica distribuita, manutenzione predittiva, gestione energetica integrata e servizi digitali al viaggiatore. Superata questa fase, nulla impedisce di parlare di una A20 – e più in generale di una rete tirrenica siciliana – che sia davvero una dorsale smart del Mediterraneo».

L’investimento complessivo è di circa 14 milioni di euro. Ma il valore vero è quello simbolico: dimostrare che anche in Sicilia si può fare bene, rispettando i tempi, puntando sulla qualità e guardando al futuro.

Un futuro fatto di infrastrutture resilienti, intermodali, capaci di connettere persone, merci, territori. Cefalù torna così ad essere non solo una destinazione turistica, ma anche un nodo infrastrutturale strategico per una Sicilia che vuole crescere.

Non è più solo una speranza, ma una direzione chiara: ogni chilometro messo in sicurezza è un pezzo di fiducia restituita, un passo avanti verso un’isola finalmente moderna, accogliente e capace di costruire il proprio domani. Ma se il presente è fatto di cantieri che si chiudono nei tempi previsti e infrastrutture che si aggiornano agli standard europei, il futuro guarda ancora più lontano.

Le parole dell’ingegnere Salvatore Volo aprono uno spiraglio su una mobilità nuova, dove l’autostrada non è più solo un nastro d’asfalto ma un’infrastruttura intelligente, sensibile, capace di interagire in tempo reale con il traffico, il meteo e le necessità degli utenti.

Un’autostrada che dialoga con i territori, li collega, ne accompagna lo sviluppo economico e turistico e, al tempo stesso, protegge chi la percorre. Un’autostrada che riconosce il valore del paesaggio siciliano e lo rispetta, progettando soluzioni sostenibili anche in chiave ambientale.

«In definitiva – conclude l’ingegnere Volo – è proprio l’integrazione tra esperienza storica, innovazione tecnica e approccio sistemico alla sicurezza che può trasformare questa riqualificazione in un punto di svolta per la mobilità siciliana».

La speranza è che questo segmento sia solo l’inizio di una nuova stagione per le infrastrutture dell’isola. Se le autostrade sono le arterie che tengono viva la circolazione economica, sociale e culturale di un territorio, allora ogni intervento di questo tipo deve essere letto come un investimento strategico per il futuro.

In un’epoca in cui si parla sempre più spesso di sostenibilità, connessioni intelligenti e valorizzazione delle aree interne, la Sicilia può e deve dotarsi di una rete viaria all’altezza delle sue potenzialità.

L’autostrada A20 è solo uno dei tasselli: occorrono progetti integrati, che mettano in relazione porti, aeroporti, ferrovie e strade, creando un ecosistema infrastrutturale capace di sostenere lo sviluppo dell’isola nei prossimi decenni.

Cefalù, snodo tra il mare e l’entroterra, tra la storia e il futuro, torna così ad essere facilmente raggiungibile da Palermo e oltre. Non è solo una buona notizia per chi parte per una vacanza, ma il segnale di un territorio che si rimette in moto. Questo progetto, dunque, unisce visione e mobilità e sintetizza perfettamente l’idea della Sicilia che vogliamo.

L’auspicio è che interventi come questo diventino la norma e non l’eccezione. Perché una Sicilia più sicura e moderna non è solo un sogno, ma una responsabilità collettiva.

E ogni chilometro restituito in sicurezza è un passo avanti verso quell’isola connessa, efficiente e accogliente che tutti desideriamo. Così, finalmente, la Sicilia cambia passo. E lo fa un chilometro alla volta.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÚ LETTI