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Addio ad Alessandra Anastasi: ci lascia a 33 anni la "dottoressa gentile" di Palermo

Ha combattuto fino all'ultimo contro un tumore aggressivo. In sua memoria gli amici hanno avviato una raccolta fondi a sostegno dell'Airc. Il ricordo della famiglia

Anna Sampino
Giornalista
  • 23 luglio 2025

Alessandra Anastasi

Gentile, sempre sorridente e solare: è così che la ricorda chi l'ha conosciuta. Basta scorrere i commenti lasciati sui social da amici, ex compagni e colleghi universitari per capire quanto Alessandra Anastasi fosse una persona amata e apprezzata da tutti.

Trentatré anni, ex studentessa di Scienze della Comunicazione all'Università di Palermo, ha combattuto fino all'ultimo contro una forma di tumore del seno ancora incurabile e aggressivo, il triplo negativo, così chiamato perchè non risponde alle terapie che comunemente vengono utilizzate per curare il cancro.

"È volata via", come dolcemente dicono i suoi amici, sabato 19 luglio.

Il sogno di Alessandra era fare la giornalista. Ex studentessa del liceo classico europeo all'istituto Maria Adelaide di Palermo, dopo aver conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni e aver collaborato anche con un giornale locale, aveva completato il ciclo di studi in Scienze Internazionali all'Università di Torino.

Di recente si era iscritta a un Master di giornalismo, realizzato in collaborazione con il Corriere della Sera. Lezioni che avrebbe dovuto seguire una volta essersi ripresa dall'ultima ricaduta, quella più brutta che le è stata fatale.

La scrittura era la sua passione più grande. Ha scritto anche durante e della sua malattia, raccogliendo tutto in un diario privato.

Alessandra scopre di avere un tumore circa un anno e mezzo fa. Dopo esami, terapie e cure che purtroppo non danno i risultati sperati, si sottopone alla mastectomia. «A gennaio scorso sembrava che il peggio fosse passato e credevamo fosse guarita - racconta il fratello Francesco -. A maggio invece scopre di avere sviluppato metastasi».

Inizia il momento più duro, ma lei, «sempre positiva e solare, non ha mai perso la speranza. È sempre andata avanti convinta che prima o poi sarebbe arrivata la cura giusta per lei che l'avrebbe guarita. Lo pensavamo tutti. Sapevamo che era solo una questione di tempo e la ricerca avrebbe dato la risposta che cercavamo».

44 giorni di ricovero. Un tempo lunghissimo. L'ultimo compleanno, il 10 giugno scorso, Alessandra lo trascorre al reparto oncologico dell'ospedale Civico (all'ex Maurizio Ascoli). La solidarietà e l'empatia di chi come lei sta affrontando la malattia, riescono a trasformare anche un momento drammatico in un giorno speciale.

«Ci siamo conosciute probabilmente nella peggior circostanza possibile, ma ogni volta che venivi a fare terapia mi inondavi con il tuo amore immenso e con la tua gentilezza disarmante! Abbiamo costruito un rapporto al di fuori di queste brutte mura dell’Oncologia e ricordo ancora il tuo ultimo compleanno passato in reparto, abbiamo cercato di renderlo speciale nonostante il momento - racconta un'amica - Mi mancherai per sempre! Dovevamo andare a Vulcano insieme, non abbiamo fatto in tempo, ti prometto che andrò anche per te! Sarai sempre nei miei pensieri! Ti voglio bene».

«Al reparto la conoscevano tutti - racconta il fratello Francesco - Chi può dimenticare la sua dolcezza e la sua solarità. Mia sorella era buona con tutti. Si spendeva sempre per gli altri».

In sua memoria gli amici hanno avviato una raccolta fondi in favore dell'Airc a sostegno della ricerca. «Abbiamo deciso di ricordare Alessandra non con la tradizionale corona di fiori, ma con un gesto che possa avere un significato concreto. In sua memoria raccoglieremo una somma da destinare all’AIRC, per sostenere la ricerca e dare speranza a chi lotta contro il cancro. Chiunque voglia unirsi a questo pensiero speciale è il benvenuto». Qui il link per chi voglia dare il proprio contributo, anche piccolo.

«Il loro gesto è l'ultimo regalo a mia sorella e ci racconta molto di lei, della sua generosità verso gli altri. Sono sicuro che da lassù apprezzerà. Perché lei era così, sempre pronta a portare sorrisi e ad aiutare gli altri».

Una "dottoressa gentile", come la ricorda il suo prof universitario Alberto Trobia.
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