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Anche gli studenti di Siciliani scendono in piazza: "La vostra scuola ci fa schifo"

Gli studenti palermitani, come nel resto del paese, sfidano i divieti della questura manifestando contro l'alternanza scuola-lavoro e la morte di Lorenzo Parelli, ma non solo

Balarm
La redazione
  • 4 febbraio 2022

Studenti in piazza nelle maggiori città italiane,da nord a sud, Roma, Milano, Genova, Bari, Firenze, Perugia, Verona, Padova, Varese, Lodi, Taranto, Venezia, Latina, Pisa, Modena, Agrigento, Palermo e altri centri.

Gli studenti palermitani, come nel resto del paese, sfidano i divieti della questura che impediscono lo svolgimento di cortei in città, sfilando per le strade e bloccando il traffico di alcune vie principali. Sono quelli del Liceo Classico Umberto I, insieme a quelli dell’Einstein e del Pio La Torre dell’Istituto Pietro Piazza, a essersi riuniti a piazza Castelnuovo, davanti al Teatro Politeama. L’obiettivo è unico: cambiare questo modello di scuola. Nello striscione principale si legge: «La vostra scuola ci fa schifo».

Protestano contro l’alternanza scuola-lavoro, che ha fatto una vittima a Udine, un giovane diciottenne, Lorenzo Parelli.
Il giovane, lo ricordiamo, frequentava un istituto tecnico. Era al suo ultimo giorno di stage in un progetto di Alternanza Scuola-Lavoro, quando, durante dei lavori di carpenteria metallica in una azienda meccanica, una putrella gli è caduta addosso, uccidendolo.
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«Quello che è successo a Udine, la morte di Lorenzo durante le ore di alternanza, è la diretta conseguenza di un sistema basato sul profitto, che trasforma le scuole in fabbriche e aziende e che manda i ragazzi a lavorare senza nessuna precauzione. Già in passato erano successi incidenti durante le ore di alternanza, ma questa volta è stato oltrepassato il limite. Agli studenti non è più garantito neanche il diritto alla vita» - afferma Giorgio Caruso, rappresentante dell’Einsten.

Gli studenti protestano anche contro la nuova maturità, che ha introdotto lo scritto anche della materia di indirizzo.
“È impensabile tornare a questo tipo di esame dopo mesi di pandemia – dicono i ragazzi – e anche adesso, seppure la scuola sia in presenza dall’inizio dell’anno, sappiamo che la situazione non è davvero così: ci sono moltissime classi in quarantena o che sono state più volte in quarantena e quindi in dad durante tutto l’anno.

Queste direttive, arrivate solo ora dopo mesi di incertezza, sono l’ennesima dimostrazione di un ministero che non ascolta gli studenti e che non prende in considerazione la grave situazione psicologica che stanno vivendo, ma pensa invece solamente a valutarli. Persino il presidente della Repubblica, nel suo discorso di insediamento, ha sottolineato l’importanza dell’ascolto di noi studenti. Vogliamo risposte dal ministro”. Le sigle studentesche chiedono un esame che elimini gli scritti e inserisca al loro posto una tesina.

Per quanto riguarda la nuova maturità, gli studenti lamentano di non essere stati interpellati nella scelta di modificare le modalità. «Una scelta imposta dall’alto e non condivisa dagli studenti. Siamo stanchi di questo sistema, a noi la scuola che manda a lavorare e uccide, che non rispetta la volontà degli studenti ci fa schifo.
e siamo pronti a tutto per cambiarla» - continua Nicoletta Sanfratello del Liceo Umberto.
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