ITINERARI E LUOGHI
C'è la torre dell'Orologio, il suo nome è "fuorviante": cosa vedere nel borgo in Sicilia
Dalla statale 115 un’indicazione provoca un certo “sconquasso interiore”. C'è una delle perle architettoniche più interessanti dell’intera isola. Vi ci portiamo

Cattolica Eraclea
Il borgo in questione è Cattolica Eraclea. Dalla statale 115, una volta superate le spiagge riberesi, un’indicazione provoca un certo “sconquasso interiore”. Cattolica Eraclea o Eraclea Minoa? Mare, archeologia o architettura e ambiente? A voi l’ardua risposta! Meglio entrambe.
Se Eraclea Minoa è stata ampiamente descritta in un articolo precedente, Cattolica prende in consegna le buone volontà dei visitatori. A circa una decina di km dall’azzurro mediterraneo, il verde delle colture è il colore indispensabile.
La Biancolilla è l’uliveto prediletto, guai a chi lo tocca! Distese di vigneti disegnano figure geometriche mai viste prima. “Se il buongiorno si vede dal mattino…”.
Eppur qualcosa si muove. Sì, il profumo delle arance! Ribera mica è tanto lontana. È meglio concentrarsi sul paesino, corrono voci interessanti.
Superati gli "angoli nuovi" (le costruzioni ultime), una salita conduce nella zona storica. Il mezzo ha terminato la sua corsa, è tempo di mettersi in moto… camminando. Al Collegio (chiesa) sostare è possibile, meno visitare l’edificio religioso.
A poche decine di metri si entra nella storia. E che storia! Piazza Roma regala una delle perle architettoniche più interessanti dell’intera isola. Estasiati da tanta bellezza, gli scatti fotografici non mancano. Prevale l’impianto seicentesco a scacchiera, interrotto in alcuni punti da espansioni sette-ottocentesche.
Queste rompono l’andamento originale, “infilandosi prepotentemente". Un passaggio di consegne che tiene conto di stili diversi. Di fronte - in un silenzio surreale - prende corpo la Chiesa del Purgatorio. Nella sua forma rettangolare custodisce le sorti “religiose” del borgo. A un’unica navata, l’abside è disposta a oriente.
Semplice da vedere, i particolari fanno la differenza. Nel cornicione marcapiano si innesta la volta a botte lunettata. Le cappelle sono quattro, suddivise a due per lato.
Quadri, cornici in stucco e timpano soprastante sono elementi di arricchimento. Le pareti perimetrali sono costituite da blocchi in pietra che sorreggono l’orditura principale della copertura, costituita da due falde. Presi da un’aura angelica, non possiamo scomporci. La visita continua, siamo alle fasi iniziali.
"Na piazza ranni e una nicaredda”. Parole che suonano come ”avvertimento”. A poche decine di metri ecco la Piazza Umberto I, simbolo di un periodo florido per il territorio.
Spicca la Torre dell’Orologio. Costruita nel 1903, è ornata da lesene con capitelli ionici nella parte inferiore e corinzi in quella superiore. Lo stemma è punto di riferimento della struttura. Volgi lo sguardo in alto e le lancette scandiscono i segni del tempo, della storia e dell’antico. Alla nostra sinistra splende - nonostante invecchi in solitudine - il Palazzo Bonanno. Costruito nel 1778, affiorano memorie splendide e decadenti di una famiglia principesca.
Quel tardo barocco- spanoleggiante è virtù imprecisata. Cattolica Eraclea è ricca di storia, a partire dal 1610. Il re Filippo III concesse al barone di Siculiana don Blasco Isfar la licentia “baronia Platani seu Monforti”. Il vero fondatore fu il primogenito di Blasco, il giovane Francisco.
Sorto su un villaggio preesistente (Ingastone), gli Isfar consultarono l’intera famiglia (consiglio) per decidere il nome da attribuire al nuovo paese. La scelta cadde su Cata “presso” e Licus “salato”. Alla morte di Francisco si interruppe la dinastia maschile e venne nominata principessa la sorella Giovanna.
Fin quando nel 1700 la signoria passò alla famiglia Bonanno. Gli osservatori con l’”occhio di falco” intravedono “pezzi” di edifici nascosti (o almeno sembra così). Nelle vie principali echeggia quel profumo che simboleggia un passato fiorente. Tra una granita (gustosa) e due parole buttate così, davanti a noi - maestosa nella sua grandezza - ecco la Chiesa Madre dello Spirito Santo.
È imponente! Sovrasta l’intera zona. Costruita nel 1745, con i suoi particolari barocchi è tra i monumenti di rilievo di Cattolica Eraclea. Presenta (va - è d’obbligo perché si trova in uno stato di abbandono, a rischio crollo) una navata con due bracci a crociera che si congiungono al corpo centrale mediante una cupola.
Il campanile è realizzato a guglia, coperto da maioliche gialle e verdi a formare motivi geometrici (con pietra di barancino). Potremmo decidere di fermarci e tornare indietro, lasciando in sospeso il resto. Gatti spensierati provano a scuotere le nostre coscienze sorprese, mentre fichi d’India trovano spazio nelle vecchie case “sdirupate”.
La passeggiata è lenta, fin troppa per i canoni passati. Le chiese di Santa Maria Santissima della Mercede, Sant’Antonio Abate, Sant’Antonio di Padova e del Rosario regalano ulteriori motivi di visita. E qualcuno pone un dubbio poco “amletico”.
Perchè al nome Cattolica è stato aggiunto Eraclea? Dal 1874, in ricordo delle antiche origini. Manca poco per andare via, non prima di aver ammirato il Palazzo Borsellino. Restaurato nel 1977, raccoglie stili e pensieri di stampo “illuminista”.
Con un pezzo di facciata a “bugnato”, cioè costituita con pietre sporgenti che adornano i possenti spigoli e il frontale all’ingresso principale. E’ arrivato il momento di lasciare il piccolo comune agrigentino.
Da Monte rimbombano voci lussureggianti. Merita un capitolo a parte, per chiudere il cerchio delle emozioni.
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