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C'è un castello con 5 torri e una porta falsa: dov'è il borgo che decise le sorti della Sicilia

Da qui sono passati secoli di storia che rappresentano il racconto di un dei piccoli borghi preziosi di cui la Sicilia è costellata, una roccaforte che divenne nobile

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 22 aprile 2023

Il borgo di Gagliano Castelferrato

Aveva un castello con cinque torri, una porta a trabochetto e fu qui che si decisero le sorti della Sicilia antica dove venne vinta la memorabile battaglia in un gelido febbraio del 1300 segnò la definitiva sconfitta degli Angioni.

Siamo nel territorio di Enna e precisamenre a Gagliano Castelferrato - da Castello di Ferro che successivamente si modificò in Castelferrato-, nel centro e cuore di quella Sicilia inaspettata, , adagiato su un colle di tufo roccioso che guarda ad un paesaggio di colline e vicino ad altri paesi forse più noti come Troina Cerami e Nicosia.

Un castello turrito, magnificente e sontuoso, dove prese dimora e passò quel Federico II “stupor mundi” e ancora prima Ruggero che lo assediò per strapparlo ai musulmani che lo avevano conquistato, proseguendo la sua scesa verso l’isola conquistando prima Troina, Cerami e Nicosia, percorrendo quella che oggi è la via Messina per le Montagne, uno degli itinerari più belli e suggestivi da fare a piedi per scoprire il paesaggio, i borghi, la storia che non ti aspetti.
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Già abitata in epoca preistorica, la cittadella vera e propria fu edificata dai sicani sotto elre Morgete Siculo, abitata dai monaci della vicina Agira che, hanno lasciato all’interno del castello i segni del loro passaggio.

Da qui sono passati secoli di storia e di vicende che oggi rappresentano il racconto di un dei piccoli borghi preziosi di cui la Sicilia è costellata, una roccaforte che divenne nobile passando da baronia a Contea, Principato e vicaria.

È qui che troviamo la famosa “Porta falsa”, ovvero un trabochetto che rimane tra mito e leggenda e che ancora visibile sulle possenti mura del castello: da questa porta sulla cinta del castello, si ingannavano i nemici che provando ad entrare – si dice che fosse lasciata apposta aperta - i quali ad un certo punto non potendo più proseguire e trovandosi intrappolati, venivano assediati dalla guarnigione e ritornando indietro verso l’uscita, trovavano la morte per mezzo di un geniale marchingegno, letteralmente affettati e scaraventati giù dal precipizio.

Il castello in perfetto stile cavalleresco aveva addirittura ben cinque torri che gli davano una particolare caratteristica fisionomia e delle quali, purtroppo non c’è che poca traccia, costruito con massi possenti e mura profonde, sotto le quali passarono battaglie e imprese vittorie e di sconfitte, all’interno del quale abitarono illustri personaggi.

Oggi lo skylab di Gagliano è dominato da quello che è detto “La Rocca” ovvero ciò che rimane dell’antico Castello circondato da altre rupi rocciose come quella di Rocca della Malazita: un massiccio imponente e maestoso sulle radici rocciose slanciato verso il cielo e contemporaneamente a picco sul paese circondato dal paesaggio montano, un meraviglioso panorama brillante di colori in primavera, immerso in una natura che lo abbraccia a 360°e che mette in risalto il paese steso ai piedi.

Qui l’apparato urbano ha i suoi piccoli tesori come la chiesa della Matrice, dedicata a San Cataldo e fondata pare in piena epoca medievale nel 1304, sulla quale domina campanile in stile gotico e l’imponente guglia a cuspide policroma maiolicata, che si slancia verso l’alto, e dentro la quale si può davvero fare un piccolo itinerario tra le belle opere d’arte sparse all’interno. La Chiesa di Santa Maria di Gesù con annesso convento della metà del seicento che custodisce uno degli oltre trenta crocifissi lignei scolpiti da fra’ Umile da Petralia.

Ovviamente anche gli atri luoghi di culto meritano una visita come il gironzolare tra il dedalo di vicoli e cortili dove si snoda il centro storico con le case strette le une alle altre, nell’atmosfera tipica dei borghi medievali siciliani. Da visitare l'area archeologica con le tombe scavate nella roccia, la necropoli greco ellenistica in zona castello, la necropoli greca nella zona di Rocca Cortesi.

Un racconto legato oltre che ai fatti storici, alla vicenda contemporanea che vede il paese protagonista di una breve epoca di industrializzazione con l’opificio tessile la cui attività era avviata dalla Lebole negli anni sessanta, ma ancora più importante la presenza dei pozzi di idrocarburo per i quali l’E.N.I voleva sfruttare il metano di Gagliano e convogliarlo in tutta la Sicilia e tra il 1966-67 fu costruita una grande centrale gas con un oleodotto e un metanodotto.

Rimarrà per sempre una delle pagine più belle della storia gaglianese la presenza in quel 27 ottobre 1962 di Enrico Mattei, tragicamente scomparso da li breve, con suo discorso pronunciato dal balcone di casa Pappalardo, osannato dalla folla. Vito Amico nel suo dizionario topografico della Sicilia lo descriveva così “sotto dirupata e scoscesa rupe, sovrapposto a declive altura, rivolta a Scirocco, da ogni dove ricinto da colline.
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