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Come esplorare la Sicilia preistorica: viaggio nella Necropoli della "Tomba del Principe"

Un'area archeologica piena di fascino ma difficile da raggiungere per la ricca vegetazione che la circonda. Un'esperienza per amanti della storia e della natura

Federica Puglisi
Giornalista
  • 9 luglio 2022

La Tomba del Principe di Castelluccio

Il paesaggio che lo circonda è da togliere il fiato. Solo pochi avventurosi amanti della natura e della storia possono raggiungere questo sito per scoprirne tutto il fascino.

Tra i comuni di Noto e Palazzolo, in provincia di Siracusa, a pochi chilometri dalla frazione di Testa dell’Acqua, c’è l’area archeologica di Castelluccio. Purtroppo è difficile da raggiungere, per la ricca vegetazione che la circonda e la poca e saltuaria manutenzione che viene effettuata, spesso grazie all’impegno di volontari.

Il sito di Castelluccio è comunque uno dei pochi esempi in Sicilia di questo genere. Pare sia precedente a Thapsos e alla necropoli di Pantalica. Il territorio sarebbe stato abitato sin dalla Preistoria, dalla prima età del bronzo.

E infatti i corredi funerari che sono stati rinvenuti all’interno delle tombe della Necropoli della Valle della Signora hanno dato nome alla cultura di Castelluccio, diffusa in numerosi villaggi della Sicilia sudorientale nell’antica età del bronzo.
I caratteri e simboli tipici di quei resti, come i portelli tombali decorati con motivi spiraliformi simbolo di fertilità, sono conservati al Museo archeologico regionale Paolo Orsi di Siracusa.
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La Necropoli è costituita da circa duecento sepolture, tombe a grotticella artificiale. Esse sono scavate nella roccia calcarea, sono di pianta circolare e con volta a forno.

Dentro di esse venivano deposti i corpi dei defunti, con corredi funerari e oggetti in ceramica, tipici dell’usanza di un tempo.
Si tratta di vasi in terracotta a bande scure sullo sfondo chiaro, e ancora boccali, bicchieri, vasetti per unguenti, collane, asce di pietra, coltelli, conservati nel museo.

La più importante con i suoi quattro pilastri scavati nella roccia, uno crollato, è la Tomba del Principe con il suo aspetto imponente. Oltre alla Necropoli nella zona di Castelluccio i più avventurosi possono visitare i resti del villaggio, le fondamenta della capanna monumentale, l’oratorio rupestre e la Grotta dei Santi, con le sue decorazioni della tradizione bizantina che ricordano la devozione popolare del tempo.

La scoperta del sito di Castelluccio si deve al grande archeologo Paolo Orsi che compì una lunga campagna di scavi a fine Ottocento. Le ricerche permisero di recuperare molti reperti, studiarli, darne una datazione e custodirli.

Il sito dunque è affascinante. Sia perché è ancora una testimonianza di un periodo storico ma anche perché potrebbe consentire ulteriori scoperte. E poi è uno spettacolo la natura che lo circonda, con le cave iblee ricche di flora e fauna tipiche di questo territorio, le ricche piante di timo, carrubi, ulivi selvatici, edera, orchidee.

Visitando Castelluccio, dunque, si può andare alla scoperta di quella cultura che ha dato nome ad un periodo ben preciso dell’età del bronzo siciliana. Cultura diffusa, secondo gli studiosi, in molte altre zone dell’Isola, dal Trapanese a Cava d’Ispica, dal Catanese a Rosolini e Noto.

Per visitarlo occorre munirsi di abbigliamento comodo e di scarpe da trekking adeguate al percorso. È consigliabile visitarlo in primavera o in autunno, o munirsi di acqua durante il periodo estivo. Si può accedere liberamente al sito o rivolgendosi alla Soprintendenza ai beni culturali di Siracusa.
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