SPORT
Con le sue scarpe rivoluzionò la Formula 1: il Maestro Ciccio di Cefalù ci ha lasciati
Addio al calzolaio siciliano che con le sue scarpe fece correre i più grandi piloti di Formula Uno. Da una piccola bottega di Cefalù, era arrivato così arrivato al centro del mondo
Francesco "Ciccio" Liberto
Dopo oltre sessant'anni di successi e riconoscimenti, il Maestro Ciccio lo scorso anno aveva deciso di fermarsi e abbassare la saracinesca della sua bottega, che oggi ha più il sapore di un museo.
«Cari amici, dopo tanti anni sono costretto ad abbassare le serrande: è ormai tempo che io mi dedichi a me stesso, alla mia famiglia e alla mia salute - aveva scritto in un post su Facebook -. E così il mio negozio sul lungomare, punto di riferimento per tanti appassionati di automobili, presto ospiterà una nuova attività commerciale che nulla ha a che vedere con le calzature».
Una scelta che aveva preso in modo consapevole e con la contezza di avere realizzato il suo sogno. «Non pensate a me con tristezza - scriveva -, sappiate che sono un uomo felice perché ho realizzato il mio sogno: entrare a fra parte del mondo delle corse, quello che ho sempre amato».
Nato in una famiglia di umili origini, Francesco Liberto ad appena 6 anni venne mandato nella bottega dello zio ciabattino a "imparare il mestiere". Già da giovanissimo, i suoi sandali in cuoio vestirono i piedi dell'alta borghesia di Cefalù e non solo. Ma la svolta per Ciccio arrivò alla fine degli anni Sessanta con la Targa Florio.
Il vispo artigiano, affascinato dal mondo delle corse automobilistiche, non perdeva occasione per intrufolarsi e conoscere i grandi piloti del momento.
La sua fortuna sarà legata per sempre al nome di Ignazio Giunti. Fu quest'ultimo che nel 1965 durante una cena in un allora noto ristorante di Cefalù, chiese a Ciccio di realizzare per lui un paio di scarpe da corsa. Il pilota gli diede giusto qualche indizio: dovevano essere leggere, comode e soprattutto dalla suola sottile.
L'artigiano allora realizzò una scarpa a pianta larga con lacci alti per tenere ben ferma la caviglia, la suola sottilissima e di cuoio cucito, per evitare che il calore dei motori potesse sciogliere la colla.
Il modello fu un vero successo. Tanto che da lì in poi non ci fu pilota che non ne richiese almeno un paio durante la sua carriera professionale. Ciccio fu per sempre grato a Giunti.
Ma ci sarà un altro nome che contribuirà al suo successo. Vic, come da tutti chiamato il celebre pilota Victor Henry Elford, che su suggerimento di Ignazio Giunti, chiese a Ciccio Liberto di realizzare anche per lui un modello da indossare per l'imminente Targa Florio. Il pilota, a cui mancava l'alluce sinistro, aveva bisogno di un paio di scarpe asimmetriche. Vic quell'anno, era il 1968, vinse la Targa Florio. Vittoria che il pilota dedicò proprio al "calzolaio di Cefalù".
Da quel momento la sua fama crebbe rapidamente. Tra i piloti si sparse anche voce che le scarpe di Ciccio portavano una discreta fortuna... Insomma, ci volle poco e negli anni Settanta Enzo Ferrari lo chiamò come fornitore ufficiale di Maranello.
Attraverso le sue scarpe l'artigiano riuscì a correre insieme ai piloti più grandi di sempre: Mario Andretti, Brian Redman, Carlos Reutemann, Jackie Ickx, Renè Arnoux, Auturo Merzario e non ultimo il siciliano Nino Vaccarella.
Nel 1977 arriva il traguardo più importante di tutti: nel 1977 Niki Lauda diventò campione mondiale di Formula 1 indossando le scarpe realizzate su misura dall'artigiano siciliano. Il Maestro Ciccio diventa ufficialmente il "calzolaio dei piloti di F1".
Nel 2018 la Porsche gli dedica persino lo spot di una nuova auto, interamente girato in Sicilia, come omaggio alla sua arte e alle sue scarpe.
Appresa la notizia della sua morte, tantissimi i messaggi di cordoglio sui social. «Il mondo dei motori piange un protagonista assoluto, un uomo generoso, un autentico artista dalle straordinarie doti umane e professionali. Molti saranno gli amici ad attenderlo lassù, i nomi più blasonati del motorismo che conta. Molte le persone che lo piangeranno e lo ricorderanno per sempre. Ciao Ciccio, è stato un privilegio averti accompagnato in tutti questi anni», scrive Marco Gentili, suo fidatissimo collaboratore.
«“Ciccio” ha contribuito con la sua maestria di artigiano delle calzature a portare nel mondo il nome e la bella immagine di Cefalù, potendo vantare, grazie al suo talento unico, di aver confezionato le calzature da guida sportiva di alcuni dei più celebri piloti di Formula 1 e della Targa Florio di tutti i tempi - Lo ricorda il sindaco di Cefalù Daniele Tumminello - La particolarità delle sue inimitabili creazioni lo aveva fatto iscrivere nel REIL dell’UNESCO, come “tesoro umano vivente”. Aveva chiuso la sua storica bottega sul Lungomare da quasi un anno. Oggi lascia questa terra e la nostra comunità, che si propone di onorarne in futuro la memoria».
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