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Da Bahia a Palermo, l'artista che visse due volte: chi è Edimar, il "principe" brasiliano

Un uomo che, a cavallo di due mondi, ha saputo rialzarsi dopo gravi incidenti, tra cui l'incendio in una scuola di ballo palermitana. Vi raccontiamo la sua storia

Valentina Frinchi
Freelance in comunicazione e spettacolo
  • 10 maggio 2023

Edimar Costa Macedo

Una domenica mattina d'inverno, seduti su uno degli immensi spazi verdi di Villa Giulia, a gambe incrociate, ho ascoltato la storia emozionante di un'anima sensibile; spazi verdi che Edimar definisce "chiesa dell'anima".

C'è chiesa, dove c'è un luogo di "comunione"; c'è comunione dove c'è "riflessione". E mentre ne parla i suoi occhi brillano. È bahiano Edimar Costa Macedo, esattamente di Utinga, cittadina dello Stato di Bahia. Già da ragazzino, grazie ad uno zio, si allontana dalla fattoria della famiglia per andare a completare gli studi in Varginha Minas.

Si specializza in informatica e compie le prime esperienze di lavoro ma poi sente il bisogno di casa. E quindi torna in famiglia tra i fratelli, i genitori e gli animali.

Qui però accade un triste evento: Edimar ha un grave incidente automobilistico, rimane quindi immobilizzato per parecchio tempo. Il riposo forzato gli fa compiere una profonda riflessione: «Io sono portato per l'arte e non per i numeri», dice, la musica la sente dentro di sè, decide di trasferirsi a Salvador, la terra di molti artisti come Caetano Veloso, Gilberto Gil, Juan Gilberto, Vinicius De Moraes, Moraes Moreira.
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Questa appartenenza attesta quanto il movimento dell'arte del Brasile nasce nella pentola bahiana. A Salvador de Bahia, Edimar trova un primo impiego presso un'azienda dove può mettere in atto i suoi studi, informatica e contabilità.

Dopo due anni approda nel settore della comunicazione come produttore radiofonico presso "Radio sociedade de Bahia" riappropiandosi della sua vera identità di artista con un programma di intrattenimento e cultura. Tra la fine degli anni '80 e gli inizi degli anni '90 in Brasile c'è stata un'esplosione della cultura afro.

Infatti, nel 1989, durante un concerto di Gilberto Gil dove Edimar era direttore artistico, il giovane bahiano compie un incontro importante che gli stravolgerà la vita: conosce il palermitano Vincenzo Palermo che era arrivato fin lì con l'intenzione di formare un gruppo di artisti purosangue brasiliano per portarlo in Italia.

In quell'incontro ci fu molta intesa, magia, energia e tanta speranza per una vita che a quel tempo era tanta e si poteva sognare in lungo e in largo, facendo pure voli pindarici senza paura di farsi male.

Edimar si trova in una strada del cambiamento. «Lascio tutto, terra, radio, famiglia» e già nel 1990 si ritrova a Palermo con altri artisti capeggiati da Vincenzo Palermo. Edimar arriva a Palermo imparando tante altri arti tra cui danza, ballo e canto. «La città in quel tempo era buia, il centro storico devastato, e una mentalità poco aperta ad accogliere un tipo di bellezza diversa. Lo spirito, però, dirige le anime» afferma Edimar.

A pochi giorni dal suo arrivo in città Edimar fece un giro per le strade di Palermo, trattenne il fiato, si accorse di tanto fascino "vuoto" privo di "festa". Quello era un periodo italiano con un circuito economico carico di liquidità. In soli 3 mesi la carovana brasiliana fu protagonista in più di 50 piazze siciliane con più di 100 concerti! Gli artisti alloggiavano in una villa a Terrasini e il primo spettacolo indimenticabile fu proprio un giorno dopo l'arrivo a Palermo.

Il 7 giugno 1990 in piena Fiera del Mediterraneo, lo spettacolo ebbe luogo proprio nel palcoscenico montato sotto la memorabile caffettiera gigante del "Caffè Morettino" che girava su se stessa, un movimento che riporta con la mente ad un'economia florida e ad un fermento irripetibile di anni che non sono più tornati.

Fu uno spettacolo come quelli che seguirono completo di canti, musica, balli, strumenti e costumi rigorosamente brasiliani. Se oggi a Palermo esiste una comunità di bahiani è grazie alla loro diffusione di una cultura fatta di allegria, spiritualità, capoeira, canti e inesauribile energia.

La città in cambio ha dato loro la possibilità di "vivere". Di lì a poco, in un'estate a Favignana, Edimar conoscerà Alice Ferlito, attrice catanese, con cui instaura un grande rapporto di amicizia, una grande unione che non ha mai cessato di esistere anche se le loro strade si sono divise.

Edimar ha lasciato Palermo diverse volte ma alla fine qui ha fatto sempre rientro. Uno di questi viaggi è stata la volta di Barcellona e Monaco di Baviera. Quando fa rientro a Palermo trova una città più aperta. È così che nasce la "banda bahia" con un notevole riscontro culturale.

A Barcellona Edimar conosce lo yoga, la filosofia che più di ogni altra sente sua frequentando l'accademia e studiano la medicina tibetana. Arriva un momento che vede Edimar finalmente al centro di eventi palermitani dove puo' mettere a punto tutta la sua conoscenza.

Nel giugno 2014 a Villa Trabia, a Palermo, si apre l'evento "Get Your Wellness On" - Indossa il tuo benessere. Yoga, danza movimento, danza orientale, meditazione, massaggio Thai, Reiki, shiatsu, e tante altre discipline che vede il nostro Edimar ai Tamburi Shamani.

Nel giugno 2015 si avvera un altro sogno. Edimar diventa "candidato alla consulta" e su sua iniziativa, a villa Doroty, una villa privata a Villabgrazia di Palermo, ha luogo la 2° fiera multietnica con un'affluenza di più di 3000 persone. Un piccolo giro del mondo, dal Brasile all'Africa, dal Marocco al all'India, da Capoverde alla Tunisia.

15 etnie, tra cui, africana, capoverdiana, dominicana con partecipazioni di cartomanti, artigiani, cibo, benessere e massaggi. Facendo ancora un passetto indietro, ritrovandoci nuovamente nel 2014, Edimar vive un'altra esperienza drammatica in cui la sua spiritualità è ancora una volta protagonista.

Nei locali di "Falabrasil", la scuola di samba, diretta da Vincenzo Palermo, a Palermo, si sviluppa un incendio durante un concerto, probabilmente provocato da un corto circuito. Le fiamme si diffondono molto velocemente dando luogo a un fuggi fuggi generale. Parte tutto dal tetto con una fiamma di colore blu che fa presto divampare un vero e proprio incendio.

Chi può scende dalle finestre. Per fortuna nessun ferito ma tanto panico. «Intravedo due donne barcollare in mezzo ad una grande nuvola di fumo, quando già mi trovavo all'esterno dei locali». Decide qundi di rientrare per salvare le due donne: la prima riesce a scavalcare dalla finestra, l'altra invece sviene, quindi viene trascinata dai piedi da Edimar che arriva all'ingresso stremato e privo di forze.

«Alla fine, l'unico ferito sarò io e per diverso tempo avrò una sorta di paralisi alla gamba sinistra». Edimar sogna di vedere questa terra e tutti i popoli del mondo uniti nella stessa vibrazione di gioia, serenità e salute. Quel sogno che lui stesso già sta vivendo. «Sogno pure di potere insegnare in un centro tutto ciò che ho imparato. La geometria spirituale che è dentro di noi può diventare patrimonio per l'umanità».

E l'Amore? Credi nella similitudine? Edimar risponde: «Amore è similitudine. L'opposto è una società di interessi». È stato un incontro bellissimo, senza veli. Natura, spiritualità, famiglia, musica sono al centro della della vita di Edimar a cui auguro tutto il meglio e il bene della vita.
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