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Da Castelvetrano a Roma (e ritorno): Sade, la giovane artista che canta "a nome loro"

Dopo la maturità classica si è trasferita nella capitale per studiare jazz ma l'amore per la sua terra la spinge a tornare e a spendersi anche per la legalità

Jana Cardinale
Giornalista
  • 12 marzo 2023

Sade Mangiaracina

Il suo nome rappresenta uno degli esempi contemporanei più luminosi del mondo del jazz di questi ultimi anni: un’interprete intelligente e creativa, emersa in tutto il suo talento e in grado di continuare a fare bella l'arte musicale, anche grazie a iniziative corali che hanno legato la loro fama all’attualità del territorio.

Sade Mangiaracina, castelvetranese, ha iniziato a sei anni lo studio del pianoforte classico, che ha proseguito fino a 18 anni, vincendo diversi concorsi nazionali e internazionali, e ottenendo un importante riconoscimento da parte dell’UNESCO dopo un concerto ad Atene.

Dopo la maturità classica si è trasferita a Roma per studiare jazz presso la scuola Percentomusica diretta da Massimo Moriconi, dove si è diplomata nel 2007 con il massimo dei voti, proseguendo successivamente gli studi jazz al conservatorio di Santa Cecilia con il maestro Danilo Rea.

In questi anni ha preso parte a molti progetti musicali, incidendo diversi dischi anche a suo nome.
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Dal 2013 Sade ha iniziato a collaborare anche in ambito pop con Simona Molinari e Dionne Warwick, per la quale ha aperto i concerti del suo tour italiano continuando a lavorare con diversi jazzisti di fama internazionale quali Greg Osby, Fabrizio Bosso, Giovanni Tommaso, Massimo Moriconi, Luca Aquino, K.J.Denhert e Francesco Bearzatti.

L’amore per la sua terra l’ha spinta, dopo la data considerata storica, del 16 gennaio scorso, per l’arresto di Matteo Messina Denaro, a mettersi in moto per organizzare un concerto che fosse indimenticabile anche per il suo valore mediatico.

Così è nato “A nome loro: musiche e voci per le vittime di mafia”, che si è svolto al Parco archeologico di Selinunte il 24 febbraio e che ha registrato l’apprezzamento di mezzo milione di spettatori tra dirette video e radio su Ansa, Rai Radio 2, RaiPlay, digitale terrestre e Castelvetranoselinunte.it, e quattromila presenze, invece, a Selinunte.

Una prima edizione di successo, presentata da Francesca Barra, Stefania Renda e Gino Castaldo, che ha visto esibirsi sul palco un gran numero di artisti che non hanno negato il loro contributo a Sade: Simona Molinari, l’attore Claudio Santamaria, Chiara Galiazzo, Giovanni Caccamo, Modena City Ramblers, Lello Analfino, Giuseppe Anastasi, Fabrizio Cammarata, Alessio Bondì, Serena Ganci, Cico Messina, Riccardo Russo, Shakalab, Med Free Orkestra, Umberto Leone, Claudio Sala, Vincenzo Crivello, La Rappresentante di Lista.

E lei, da ideatrice dell’evento, a Selinunte ha lanciato la proposta di una seconda edizione nel 2024. «Il bilancio è positivissimo. L’aria che abbiamo respirato aveva il sapore della libertà, con una aggiunta di gioia. I risultati sono stati al di sopra di ogni aspettativa.

Quattromila presenze nella lunga maratona di musica e parole durata oltre cinque ore. Stiamo già lavorando a stretto contatto con la Regione Siciliana, Nicola Catania e il direttore del parco archeologico di Selinunte, Felice Crescente, per l’edizione del 2024.

«Non posso ancora sbilanciarmi ma siamo impegnati a creare un evento che abbia una risonanza che vada oltre i confini nazionali. Abbiamo voglia di meravigliarci e meravigliare nuovamente. Siamo felici e pregni della bellezza che i siciliani e la nostra isola sanno regalarci. Queste sono le nostre parole d’ordine!».

L’idea vincente, patrocinata dall’Assessorato regionale al turismo, dall’Ebat Trapani, da Ance e dalla Siae, è stata raccolta anche dalle segreterie nazionali dei sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, che hanno sostenuto e partecipato a Selinunte con i segretari provinciali.

Dopo l’evento Sade ha proseguito il suo percorso e il suo viaggio da Castelvetrano, per realizzare altri progetti musicali, finita la tournée con Ornella Vanoni, per cui ha curato gli arrangiamenti, in un quintetto di sole donne musiciste scelte da Paolo Fresu per portare in scena lo spettacolo “Le donne e la musica”, ospitato nei maggiori teatri italiani nella stagione autunno-inverno 2022/2023.

«Adesso sto finendo il mio nuovo disco, che è un doppio album prodotto da Paolo Fresu che uscirà nei prossimi mesi. Il nuovo doppio album che pubblicherò con la Tuk Music è sicuramente l’appuntamento più significativo di quest’anno per quanto mi riguarda.

Quindi un nuovo tour con il mio trio storico, Marco Bardoscia al contrabbasso e Gianluca Brugnano alla batteria, ma anche una nuova bellissima avventura con Salvatore Maltana al contrabbasso e Luca Aquino alla tromba e al flicorno. Entrambi i trio sono parte integrante del mio nuovo lavoro, in cui hanno una parte fondamentale gli archi del quartetto Alborada, quattro musicisti con cui ho condiviso parte di questo nuovo percorso.

Per il tour con Ornella Vanoni sono stata oltre che pianista, arrangiatrice. Aver avuto la possibilità di condividere con lei e il suo staff quest’esperienza mi ha arricchito dal punto di vista artistico e soprattutto umano. Ho instaurato un rapporto unico con Ornella, come è unici sono il suo animo, la sua intelligenza e la sua ironia.

Non a caso è una delle poche cantanti italiane che ha voluto fortemente un gruppo composto da musiciste donne. Paolo Fresu è stato l’artefice, di questo esperimento ampiamente riuscito».

Tante e importanti le sue collaborazioni, con Med Free Orkestra, con la cantante algherese Franca Masu e con A'lmara, l'orchestra delle donne arabe e del Mediterraneo provenienti da Egitto, Tunisia, Turchia, Siria, Kenya, Italia, Giordania.

Nel 2018 è uscito il suo disco dal titolo "Le mie Donne", prodotto dal trombettista Fresu per la sua etichetta discografica Tǔk Music, e nel 2022 il lavoro con Med Free Orkestra: la pubblicazione ha fatto seguito a quella di “Madiba”, dedicata a Nelson Mandela, simbolo della lotta per dei diritti umani, e che ha raccolto massimo consenso dalla critica.

Madiba è un racconto in musica del grande attivista attraverso le principali vicende della sua vita: il coraggio, la determinazione, la lucidità, gli amori, la prigionia e la forza del perdono. Vicina emotivamente, e non solo, al suo territorio, Sade ha mostrato empatia anche per l’Associazione culturale Palmosa Kore A.P.S., presieduta da Bia Cusumano, ai cui eventi ha confermato di presenziare quando sarà a Castelvetrano.

«Ho conosciuto da pochissimo Bia e l'associazione Palmosa Kore e mi auguro di scoprire le loro attività il prima possibile: sono molto curiosa, ho trovato nella presidente una persona appassionata e attenta alle tematiche a me care, cioè cultura, arte e legalità.

In generale penso che l’associazionismo, quando non è protagonismo del singolo ma rappresentazione di una esigenza collettiva non è solo utile alle persone che ci lavorano, collaborano o ne fruiscono, ma in generale fa bene alla cittadinanza, al territorio, alla crescita del senso civico della persona e della comunità, perché cammina di pari passo con impegno sociale e umano.

“Fare e fare bene” è stato l’appello di una professoressa del liceo classico ‘G. Pantaleo’ di Castelvetrano all’ultimo incontro cui ho partecipato dopo “A Nome Loro”.

Sono fiduciosa, amo la mia terra e ho scoperto una gioventù consapevole e preparata, che vive di collettività e di senso civico. Per me loro sono il futuro. In questo solco bisogna continuare a seminare, a darsi da fare, a fare».
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