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Dall'Ucraina a Palermo non per la guerra ma per amore: ora Julia "racconta" storie di vita

Nata nel Donetsk vive con angoscia la guerra nel suo Paese. Sposata con un palermitano ha messo su famiglia e viaggiato molto prima di tornare. La sua storia

Anna Sampino
Giornalista
  • 28 novembre 2022

Raccontare "pezzi di vita" attraverso scatti spontanei e autentici. Immortalare le emozioni, quelle vere, suscitate dall'abbraccio di una madre al figlio, dal bacio tra due innamorati o dai sorrisi coinvolgenti dei bambini. È la voglia di «fotografare le cose belle e renderle eterne» che hanno spinto Julia Pagano - ucraina, trasferitasi a Palermo un anno fa con i suoi 4 figli e il marito - a scegliere di trasformare la sua passione più grande in un lavoro, affermandosi come fotografa di famiglia.

Julia, 41 anni, è nata in Ucraina, a Bakhmut, città del Donetsk, uno dei territori che negli ultimi mesi è stato maggiormente martoriato dalla guerra iniziata con l'invasione russa del 24 febbraio scorso. Come molti suoi concittadini, parla ucraino e russo. Le due anime vivono in lei in modo naturale, senza alcuna contraddizione. Anzi, c'è stato un periodo della sua vita in cui si è addirittura sentita più russa che ucraina. Da quel 24 febbraio, però, tutto è cambiato (anche in lei). E quando pensa al suo Paese, l'Ucraina, trattenere le lacrime è difficile.
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Da maggio scorso ospita a Palermo i suoi genitori, fuggiti dal loro Paese quando il conflitto si è spostato verso la loro città, costretti a lasciare casa, «che è ancora in piedi sebbene senza finestre - racconta - La paura è che lo sia ancora per poco». Il fratello invece è fuggito, insieme ai suoi tre figli, qualche giorno dopo lo scoppio della guerra, riuscendo a raggiungere la Slovacchia, dove ha trovato lavoro. Lui «non parla più russo per protesta».

Laureata in Lingue straniere - ne conosce ben cinque -, dopo un anno di studio in Germania, per anni si dedica a importanti progetti di volontariato internazionale che la portano in giro per l'Europa. In uno dei suoi tantissimi viaggi di lavoro arriva a Palermo, città che le fa incontrare l'amore: qui circa 14 anni fa conosce Paolo Pagano, oggi suo marito.

Ricercatore di Fisica solare, anche Paolo viaggia spesso per lavoro e dopo il dottorato in Belgio, nel 2012 la coppia si trasferisce a vivere in Scozia, perchè lui vince un bando all'Università di Saint Andrews.

Nel frattempo, Julia continua a viaggiare per lavoro ma, dopo la nascita del terzo figlio, spostarsi da un Paese all'altro diventa complicato, così decide di fermarsi e cambiare lavoro. Anzi, "fermarsi" non è proprio il termine esatto. Da quella che può sembrare una "pausa" ha inizio in realtà quello che Julia definisce il suo "viaggio": dalla scoperta della passione per la fotografia alla voglia di rendere eterne le sue gioie e i momenti più belli suscitati dalla maternità.

«Ho iniziato a fare foto dopo la nascita della mia prima figlia Masha, immortalando ogni suo progresso e i nostri momenti più felici. Pratica che ho ripetuto anche con gli altri tre figli. Adesso ho addirittura un vero e proprio progetto familiare: scattare almeno una foto al giorno».

Ogni immagine diventa così una preziosa "testimonianza" della storia di famiglia, capace di rievocare le emozioni vissute anche a distanza di molti anni.

«Considero la fotografia come il mio viaggio personale. Un percorso che mi ha portato alla scoperta di ciò che amo davvero fare. Raccontare e dare sostanza ai momenti spensierati e felici. La mia missione è consegnare alle famiglie le loro storie di vita, custodendole per sempre in uno scatto», racconta Julia con l'entusiasmo negli occhi.

Con il trasferimento a Palermo, quella che era una passione è diventato il suo lavoro. Oggi realizza servizi fotografici di famiglia a Palermo e in tutta la Sicilia. «La mia è una fotografia naturale, rilassata e divertente per i genitori che desiderano foto di famiglia belle e significative, senza pose imbarazzanti o sorrisi sdolcinati».

«Set del servizio può essere casa o un luogo all'aperto che abbia un significato per la famiglia e la sua storia. Sono i bambini e le loro azioni a guidare tutto. Io posso dare qualche suggerimento gentile, ma di solito preferisco essere un'osservatrice che cattura i momenti mentre si svolgono, nella loro autenticità».
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