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Dopo il Festival si pensa ai salvataggi: "Le Vie dei Tesori" restaura il luogo che scegli tu

Abbiamo un patrimonio di inestimabile valore ma necessita di qualche restauro: c'è chi ci pensa ma lascia a noi la scelta del monumento da salvare, intanto, quest'anno

Balarm
La redazione
  • 5 novembre 2019

Uno dei saloni di Palazzo Mirto a Palermo (foto Igor Petyx)

Con il primo il contest lanciato due anni fa sono stati restaurati il salottino a Palazzo Mirto, la seduta dei banchi dell’Oratorio delle Dame e due corali manoscritti della Biblioteca Fardelliana: il Festival Le Vie dei Tesori investe sul patrimonio restaurando siti monumentali e pezzi unici di storia e quest'anno possiamo votare (basta scegliere qui) i beni da salvare nelle città di Palermo, Catania, Siracusa, Marsala e Trapani,possiamo votare fino al 30 novembre.

Quali sono i beni? A Palermo due sfingi dell’Orto Botanico e una delle pochissime Porte della città, a Catania il portale settecentesco della chiesa di San Benedetto, a Siracusa l'affresco di Amorelli nel salone di Palazzo Greco, a Marsala il campanile del Carmine e infine a Trapani l'affresco "La Pietà con le sante Lucia e Agata".

Quindi con il sostegno di Lottomatica Holding il Festival che apre i "Tesori" di tutta la Sicilia i impegna anche a investire nel patrimonio scegliendo questi sei e permettendo a noi di stabilire i primi tre con una votazione online. Approfondiamo luogo per luogo, monumento per monumento.
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Dicevamo che sono due i beni selezionati per Palermo: le due sfingi in pietra di Billiemi del Gymnasium dell’Orto Botanico, che necessitano di un delicato restauro per colmare alcune lacune e riportare la pietra al colore originario, e una delle pochissime porte originali della città di Palermo che si sono conservate nei secoli, ritenuta per tradizione quella che chiudeva Porta di Castro.

Giace da tempo nei magazzini della Soprintendenza dei Beni culturali di Palermo, deve essere restaurata e nuovamente resa funzionante in vista della collocazione nel museo di Palazzo Ajutamicristo.

A Catania è in corsa il settecentesco portale ligneo della chiesa di San Benedetto, luogo molto caro ai catanesi, perché è da lì che, durante la processione di Sant’Agata, le monache escono intonando canti per la patrona.

A Siracusa, invece, ha bisogno di essere salvato l’affresco realizzato dal pittore siciliano Alfonso Amorelli che si trova nel grande salone di Palazzo Greco, dove ha sede l’Istituto nazionale del Dramma Antico. Si tratta dell’opera “Allegoria Classica”, una pittura murale a olio di 51 metri quadrati e dieci manifesti realizzati tra gli anni Cinquanta e Sessanta sempre da Amorelli.

Arriviamo a Marsala e al famoso campanile del Carmine che dal Villabianca viene descritto come uno "de li meravigliosi monumenti della lilibetana città di Marsala".

Più precisamente oggetto degli interventi dovrà essere la cupoletta ricoperta da maioliche verdi. La Diocesi di Mazara di recente ha consolidato la struttura per permetterne l’apertura al pubblico, e sono stati ripristinati gli infissi originari, ormai ossidati. Necessita però del consolidamento degli intonaci della calotta interna, che non vanno raschiati o asportati (sono antichi e di bellissima fattura) ma spazzolati, puliti e trattati in maniera adeguata. Inoltre va pulita e impermeabilizzata la base d’appoggio della calotta esterna della cupola, per evitare altri danni e infiltrazioni all’interno.

Infine c’è Trapani. Qui nella bellissima Cappella della Mortificazione ha urgente bisogno di restauro un prezioso olio su tavola realizzato tra il XVI e il XVII secolo da un autore ignoto, che raffigura “La Pietà con le sante Lucia e Agata”. Si trova sulla parete di ingresso della cappella. La pellicola pittorica in più punti è compromessa (alterata oppure ossidata dagli agenti atmosferici) o addirittura caduta, e questo non permette più la leggibilità delle figure.

Scegliete con il cuore e votate (non costa nulla) cliccando qui ricordando che potete votare una volta soltanto.
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