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È in Sicilia una delle monete più belle (e rare) della storia: il Demareteion di Siracusa

La moneta, molto rara, fu coniata già in origine in pochi esemplari e questo ha fatto ritenere che fosse quindi una medaglia commemorativa e non un oggetto di scambio

Susanna La Valle
Storica, insegnante e ghostwriter
  • 7 gennaio 2021

Il Demareteion di Siracusa

Chi di noi non ha mai sperato di trovare delle monete d’oro, possibilmente antiche, nascoste nella soffitta di una casa, o in un giardino o nei fondali marini? Penso tutti, così ho scelto di raccontare come viatico propiziatorio per l’anno nuovo, una delle più belle monete della storia.

Lo studio della numismatica, per diverso tempo fu considerato ancillare alla storia, diventando solo ultimamente una fonte accreditata. La prima parte nello studio della moneta è il metallo in cui è stata realizzata, che nell’antichità era il bronzo, l’argento e l’oro; quest’ultimo, il più prezioso perché più raro, aveva inoltre la caratteristica di non temere l’ossidazione conservandosi stabile nel tempo.

Si passa poi a determinarne il peso, la categoria, i “tipi” (ovvero le raffigurazioni) riportati sui due lati (dritto e rovescio) e il luogo di ritrovamento, per la maggior parte tombe, urne, ambienti marini o “ripostigli”, luoghi scelti per nascondere, spesso perduti o dimenticati.
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Tra le monete più antiche vi sono quelle dei Re macedoni, che precedono di ben cinque secoli le monete delle città della magna Grecia; una fra le più antiche è la moneta in argento di Sibari raffigurante un bue in rilievo da una parte e lo stesso animale in incavo dall’altra.

L’analisi dei tipi (raffigurazioni) apre al linguaggio simbolico inserito nella moneta, una voce parlante che gli antichi comprendevano perfettamente, rappresentato da animali, oggetti, piante, divinità.

Se questo linguaggio era di solito inserito nel rovescio, sul diritto troviamo spesso raffigurazioni di comandanti, eroi, sovrani, dando alla moneta il ruolo di propaganda e informazione nell’antichità; era una prima e più immediata forma di conoscenza non solo delle fattezze fisiche ma anche dei mutamenti politici.

Dritto e rovescio diventavano così strumento di conoscenza politica e religiosa, conferendo inoltre un carattere identitario alla popolazione. Le lingue nelle monete antiche furono il fenicio, il greco e il latino. Rispetto al valore artistico, dalle forme più stilizzate gli artisti coniatori seguiranno lo sviluppo e l’affermarsi della scultura greca, producendo poi raffinati esemplari.

La Sicilia ebbe più di una ventina di zecche a dimostrazione del crescente potere assunto con gli scambi commerciali; tra queste ricordiamo: Agrigentum, Camarina, Catana, Enna, Eryx, Messana, Panornium, Segesta, Selinus, Tauromenium, Siracusae. Una delle più belle monete dell’antichità fu proprio il Demareteion di Siracusa, la cui realizzazione si fa risalire alla battaglia d'Himera del 480 a.C. ed il suo nome a Demarete, moglie del Tiranno di Siracusa.

Secondo Diodoro Siculo, la donna avrebbe intercesso presso il marito in nome dei prigionieri cartaginesi, che sarebbero stati liberati grazie al suo interessamento e che, per gratitudine, avrebbero regalato alla regina, una preziosa corona d’oro ornata di gemme. Demarete avrebbe poi deciso di farla fondere per creare queste monete, da qui il nome di Demareteion.

La moneta, molto rara, fu coniata già in origine in pochi esemplari e questo ha fatto ritenere che fosse quindi una medaglia commemorativa e non un oggetto di scambio. La sua importanza deriva dall'essere la prima decadramma, ossia una moneta del valore di dieci dracme, una delle poche mai realizzate.

Al diritto troviamo un auriga che guida una quadriga verso destra, con il kèntron (bastone) nella mano sinistra e le redini nella destra; in alto una Nike (vittoria alata), in volo verso destra, che incorona i cavalli, mentre in esergo (in basso) un leone che corre in direzione della quadriga.

Al rovescio invece è rappresentata la raffigurazione di una testa femminile (la ninfa Aretusa), con i capelli raccolti e una corona di foglie d’ulivo sulla testa; intorno quattro delfini nuotanti in senso orario e la scritta Σ Υ Ρ Α Κ Ο Σ Ι Ο Ν (syrakosion) in senso antiorario.

Durante la tirannide dei Diomenidi la ninfa Aretusa cambierà aspetto, tanto che sul rovescio verrà rappresentata con una nuova acconciatura, con orecchini, collana e 4 delfini. Sul dritto pur rimanendo lo stesso soggetto, la Nike invece di incoronare i cavalli, volerà con la corona sulla testa dell’auriga.

Questa bellissima Tetradracma, datata 415-405 a.C. e del peso di 17,16 grammi, riporta le firme degli incisori dei coni, al dritto Eumenos ed al rovescio da Eukleidas. Con Dionisio I, che governerà la città dal 405 al 367 a.C., saranno coniate due serie in oro, una delle quali presenterà al dritto la testa di Aretusa ed al rovescio Eracle che lotta con il leone (un riferimento alla lotta dei greci contro i punici).

Il Demareteion di Siracusa è stata una delle monete più importanti dell’antichità così particolare per le sue dimensioni, peso, metallo prezioso e storia.

Avvertenze nel caso di un ritrovamento: secondo la legge sulle scoperte fortuite è prevista la denuncia entro 24 ore alle Autorità competenti; lo scopritore dovrà custodire il ritrovamento fino alla consegna, avendo diritto a un premio non superiore a un quarto delle cose ritrovate, tenendo ben in mente che qualunque cosa ritrovata appartiene allo Stato ed è un patrimonio indisponibile per gli scopritori, ma a disposizione della collettività e delle generazioni future.
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