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Era un feudo senza abitanti e si chiamava "Capace": cosa accadeva in Sicilia più di 500 anni fa

Forse non tutti sanno che il 18 marzo è un giorno molto importante per un comune molto vicino a Palermo. In questa data, più di 500 anni fa, veniva sancita la sua nascita

Balarm
La redazione
  • 18 marzo 2021

Capaci

Capaci, comune del Palermitano, è molto conosciuto per tanti motivi, dal mare che riserva toni di blu diversi a seconda delle stagioni con una lunga spiaggia, alla stele in onore dei caduti di mafia della strage del 1992.

Forse non tutti sanno però che il 18 marzo è un giorno molto importante proprio per Capaci perché si festeggia la sua nascita sancita in data 1517.

Prima di allora, per quanto già esistente, Capaci era un feudo medievale, senza un centro abitato a tutti gli effetti per via delle continue aggressioni che giungevano dal mare, operate dai saraceni.

La mancanza di “cittadini” preservava, però, al contempo, una natura ricca e selvaggia formata da boschi e vigneti.

Nel 1517 la “licenza populandi”, che definì la nascita civile di Capace (Capacis o Capachi), questi furono i nomi usati fino al XIX secolo, fu ottenuta da Francesco Beccadelli di Bologna, divenuto nell’occasione anche Barone di Capaci, Marchese di Marineo e Principe di Cefalà e Torretta.
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Le licenze concesse all''epoca obbligavano il barone, oltre ai necessari riguardi verso la Corona, anche verso alcune prescrizioni urbanistiche e indicazioni.

Tra queste la necessità di costruire un castello o una torre (e se ne contano diverse sul territorio in questione), dotare il borgo di cinta muraria e di una chiesa per i bisogni spirituali degli abitanti.

Per il feudo di Capaci tali prescrizioni non risultano in quanto questi edifici erano già esistenti e infatti Beccadelli si sarebbe occupato solo di dare mandato per la costruzione di nuove case, sia nella baronia di Capaci sia nel feudo di Falconeri.

A partire dal 1523 si cominciò a sviluppare il centro abitato ai piedi della Montagnola Santa Rosalia, sovrastata dalle balze concave della "Quarara".

Alla metà dello stesso anno risalgono le fondamenta dell'antica chiesa madre, centro di primario interesse religioso, artistico e culturale, edificata accanto al castello.

Intorno al 1576 incominciò il popolamento del centro, sotto le dipendenze del Barone Gilberto, per giungere al 1820 quando, a causa dei moti rivoluzionari, i cittadini si ribellarono al potere feudale dei Pilo dando alle fiamme il Palazzo del Conte e costringendolo alla fuga.

In seguito alla pestilenza di colera che colpì la Sicilia tra il 1835 e il 1837 anche a Capaci si verificarono disordini e omicidi, provocati da alcuni facinorosi provenienti da Palermo, che incolparono della diffusione della malattia i componenti delle famiglie più facoltose del paese.

Dopo lo sbarco di Garibaldi in Sicilia, molti capacioti, sotto la spinta rivoluzionaria di Rosolino Pilo, considerato loro concittadino perché discendente della famiglia che aveva retto le sorti del paese per ben due secoli, si unirono e parteciparono alle battaglie di Palermo e San Martino delle Scale.

Se questa fu l’evoluzione che portò alla definizione del centro abitato è doveroso sottolineare, però che numerosi reperti archeologici testimoniano un passato preistorico particolarmente interessante relativo a Capaci dove, si ritiene, il primo insediamento stabile sia avvenuto a partire dall'anno Mille, per opera dei Kalbiti, durante la dominazione islamica della Sicilia.

Le prime notizie con testimonianze storiche certe, tuttavia, risalgono al 15 settembre 1241, quando l'imperatore Federico II di Svevia concesse il feudo al milite Roberto di Palermo, poi giudice della Magna Regia Curia, per essersi mostrato fedele alla Corona.
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