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Finestre aperte e mutande rosse: origini e credenze del giorno più atteso dell'anno

Ci sono leggende che vengono da lontano che si intrecciano nel giorno del Capodanno. Un evento che non è solo una festa di lustrini e luci ma che racconta molto di quello che siamo

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 29 dicembre 2021

Il capodanno è una festa dei buoni auspici, di buona fortuna per l’anno che verrà. Ricca di curiosità e aneddoti questo evento non è solo una festa di lustrini, rimane la più attesa dell’anno e adesso, forse più che mai, si arricchisce di un significato diverso che ci vede tutti con il fiato sospeso e gli occhi al cielo, non solo aspettando i botti e le luci che accendono il cielo in segno di festa, ma con un desiderio di speranza.

Partiamo dalle origini che si perdono tra leggenda e mito e qualche aneddoto misterioso, provengono da una antichità che arriva fino ad oggi da luoghi sparsi per il mondo, in una miscellanea di date, divinità, religioni e stagioni. Il primo gennaio non è sempre stato il primo giorno dell’anno, le sue radici risalgono attorno al 46 a.C. e non coincidono con l’attuale cronografia temporale: prima del calendario promulgato da Giulio Cesare e inventato dall’astronomo egiziano Sosigene di Alessandria, il primo marzo apriva l’anno nuovo, a differenza di oggi dove nel calendario della maggior parte dei paesi occidentali il primo giorno dell'anno risale al calendario gregoriano, impostato appunto da Papa Gregorio XIII nel 1582.
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Molte delle feste e dei riti che sono arrivati fino a noi, sebbene riveduti e corretti con il passare del tempo e delle esigenze umane, erano dedicati agli dei e proprio questo evento arrivava successivamente ai Saturnali, ovvero, le celebrazioni romane dedicate a Saturno che chiudevano l'anno, e aprivano il nuovo quelle dedicate a Giano dal quale prende il nome appunto il mese di gennaio.

In altri casi era addirittura il venticinque dicembre a far coincidere due feste, il Natale e il capodanno si celebravano insieme considerato che la data di nascita di Gesù era un nuovo inizio per la religione cristiana, sebbene un alto venticinque era quello a marzo che faceva risalire il primo giorno dell’anno per l’Inghilterra e l’Irlanda, mentre in alcune regioni del sud Italia l’apertura dell’anno avveniva il primo di settembre Il primo gennaio dell'nno 1691, manco a farlo apposta, fu sancito da Papa Innocenzo XII che riunì le diverse date sotto una per tutte e da allora la data del primo giorno dell'anno venne fissata per il 1 gennaio nel calendario gregoriano e questo chiuse definitivamente la questione.

Passando alle tradizioni ne abbiamo per tutti i gusti: dal colore dell’abbigliamento al cibo porta fortuna, dalle usanze alle superstizioni che, a torto o a ragione, saranno pur discutibili ma non costa nulla farne qualcuna. L’uso del rosso sembra risalga niente di meno che all’Imperatore romano Ottaviano che nel 31 A.C. che veniva utilizzato per entrambi i sessi come augurio di prosperità e fertilità, oltre che simbolo di passione amorosa, buon augurio di salute e fortuna.

Un’altra versione sostiene che sia La Cina il luogo di origine dell’usanza poiché in tutte le più importanti celebrazioni festive è il rosso il tono dominante per il suo potere beneaugurale e protettore dalla sfortuna, usato nelle decorazioni e negli addobbi.

I Baci fortunati sotto il vischio, risalgono ad una leggenda celtica arrivata come tante usanze dai popoli del nord: uno spirito o un troll, non chiaro chi dei due, nella notte dell’ultimo dell’anno entrava furtivo nelle case e baciava tutte le donne compresa quella di un potente mago che lo imprigionò tra proprio tra i rami del vischio che appese davanti alla porta di casa, invitando tutti a baciarsi davanti ai suoi occhi imprigionati.

La finestra porta fortuna se aperta appena prima della mezzanotte servirebbe per fare uscire gli spiriti maligni dalla casa, purificarla e far entrare le energie positive… freddo incluso, salvo poi chiuderla appena dopo lo scoccare dei rintocchi.

Candele, botti e fuochi porta fortuna, ovviamente, hanno la stessa matrice un po’ dappertutto, il fuoco brucia e purifica ma anche riscalda ed è fonte di energia e di potere, quindi, in genere è un buon auspicio in ogni parte del mondo.

L'usanza dei botti, oggi giochi d’artificio, racconta che questi venissero sparati per scacciare gli spiriti maligni e scongiurare la sfortuna. Per le candele c’è una tradizione che attribuisce a colori diversi significati differenti: la verde per la ricchezza, la bianca per la purezza, la rossa per l’amore, lasciandole bruciare tutta la notte fino a consumarsi definitivamente.

Cibo per diventare ricchi dalle lenticchie a forma di moneta, almeno questa sarebbe la simbologia, agli acini di uva mangiati uno dietro l’altro, dodici per l’esattezza altrimenti non funziona, fino al peperoncino – rosso ovviamente – contro malocchio e per augurare fertilità, ai mandarini dell’usanza cinese e al melograno nel Mediterraneo si può davvero dire che ne abbiamo per tutti i gusti.
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