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"Fuori gioco" da anni, ora può rinascere: la raccolta fondi per il campetto alla Magione

L'unione fa la forza e il quartiere della Kalsa non fa eccezione: un campetto vuole rinascere e l'intera comunità si sta mobilitando con una raccolta fondi

Alice Marchese
Giornalista
  • 17 giugno 2025

Campetto di calcio a piazza Magione

L'unione fa la forza e il quartiere della Kalsa di Palermo non fa eccezione. Il campetto di piazza Magione vuole rinascere e a volerlo sono tutti: dai bimbi nelle scuole agli abitanti, dalle famiglie alle associazioni che operano sul territorio.

Non è stato mai vandalizzato, ma si trova in questa condizione per il troppo utilizzo e per la manutenzione mancata.

Un luogo di aggregazione come questo è essenziale per la comunità e il suo stato attuale purtroppo non è dei migliori per via delle numerose buche che non garantiscono sicurezza.

«Il campetto è stato ottenuto da una battaglia portata avanti dalla "Comunità Educante della Kalsa" nel 2013 - racconta a Balarm Lara Salomone presidente dell'associazione "Handala" - per salvaguardare l'unico spazio sportivo del centro storico -.

Dal 2016 non è mai stata fatta manutenzione. Il campetto adesso è inutilizzabile dalle associazioni, non possiamo mettere a rischio le persone che si recano lì.

Noi pensiamo di meritarci di più. Dopo aver chiesto all'Amministrazione di recuperarlo, abbiamo appreso che il suolo non è di proprietà comunale, ma privata.

La titolarità è delle abitazioni che si trovavano in piazza Magione e col "piano Ciancimino" sono state abbattute.

Il Comune non può intervenire, a meno che non venga dichiarato l'uso pubblico dello spazio e in quel caso bisogna necessariamente renderlo sicuro.

Un po' come è successo col campetto della Redbull dietro la scuola Nuccio all'Alberghiera. Aspettiamo, ma nell'attesa abbiamo avviato una raccolta fondi.

Noi come associazione, possiamo procedere con una manutenzione ordinaria che già negli anni abbiamo fatto, mantenendo il luogo pulito, cambiando le reti. Ma le buche non possiamo ripararle.

Il campetto di calcio è uno spazio di integrazione - continua Lara Salomone - dove tutti hanno modo di incontrarsi attraverso lo sport. Contribuisce al contrasto dell'isolamento e consente a chi non riesce a pagare dei corsi, di svolgere comunque attività sportive.

Ma non solo: serve alla loro educazione, alla loro rabbia. Dà loro l'opportunità di focalizzarsi su questa emozione e trasformarla in qualcosa di positivo. Contribuisce al tema delle città sicure che diventano tali quando le persone stanno bene e hanno accesso ai diritti.

La ristrutturazione di campetto è facile, non dobbiamo cambiare le leggi, ma agire.

In questo modo i ragazzi non stanno in mezzo alla strada e non inciampano in altri percorsi, ma restano fuori in uno spazio protetto e crescono. È pensato per tutti, anche per le famiglie».

Una racconta fondi che in realtà non comprende soltanto il campetto, ma anche la piazza con l'area giochi: «Lì vogliamo intervenire sull'area giochi per cui abbiamo combattutto sin dall'inizio - racconta Giuliana Zaffuro, presidente di Booq -.

Quest'area è molto utilizzata dagli abitanti dai bambini della scuola, dalle famiglie. È il motivo per cui i giochi sono così usurati, nessuno ha mai vandalizzato questi spazi.

Gli stessi bambini volevano fare la raccolta fondi perché vedevano i loro giochi deteriorarsi. Ci siamo mossi perché anche il campetto diventa pericolo, ci sono tante buche, ma siamo fiduciosi».

Ma nonostante tutto, le associazioni sono tutte unite per il campetto: «In realtà sta succedendo una cosa bella - afferma Fabrizio Giacalone presidente dell'associazione Palma Nana -.

Si stanno mobilitando tutte le realtà del quartiere della Kalsa, non soltanto gli enti del terzo settore, ma anche la scuola e le famiglie. In particolare loro hanno scelto di prendersi carico di questo bene comune che dà la possibilità ai ragazzi di giocare tutto il giorno.

La cosa bella è che tutto è partito da un desiderio e bisogno dei bambini e i primi soldi raccolti sono quelli dell'Istituto Comprensivo Statale "Rita Borsellino".

10 anni fa le realtà del quartiere si sono prese cura di queste aree di gioco attualmente impraticabili, per avere così uno spazio sicuro, gratuito e accessibile a bambine, bambini, famiglie e a tutta la città».

È possibile accedere alla raccolta fondi tramite questo link.
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